Fermare i licenziamenti, anche grazie a una rimodulazione degli orari e alla defiscalizzazione dei contratti di solidarietà. Abrogare l’articolo 8. Introdurre il reddito di cittadinanza. Ricostituire la tutela piena dell’articolo 18. Fare una legge per la rappresentanza e la democrazia sindacale. Ma anche: qualificare i servizi pubblici, come scuola e sanità, perché per i più deboli fanno la vera differenza. Dare la cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia, secondo il principio dello ius soli. Combattere le mafie. Una piattaforma sindacale ma insieme molto politica quella che la Fiom porta oggi in piazza, insieme a precari, studenti, associazioni.
Le politiche degli ultimi governi, Berlusconi e Monti, hanno ampliato le differenze tra ricchi e poveri, tagliato istruzione e welfare, peggiorato la condizione di tanti, che si sono rinchiusi nella solitudine. Solitudine che ha portato persone a togliersi la vita. La Fiom invita quindi a unirsi, stare insieme per cambiare. Ecco le 9 richieste alla politica e al governo.

  1. riconquistare il diritto del e nel lavoro;
  2. la riconversione ecologica del nostro sistema industriale per valorizzare i beni comuni acqua, aria e terra;
  3. un piano straordinario di investimenti pubblici e privati e il blocco dei licenziamenti anche attraverso l’incentivazione della riduzione dell’orario con i contratti di solidarietà e l’estensione della cassa integrazione;
  4. un contratto nazionale che tuteli i diritti di tutte le forme di lavoro con una legge sulla democrazia che faccia sempre votare e decidere i lavoratori;
  5. un reddito per una piena cittadinanza di inoccupati, disoccupati e studenti;
  6. fare in modo che la scuola, l’università e la sanità siano pubbliche e per tutti;
  7. combattere le mafie e la criminalità organizzata che si sono infiltrate sia nella finanza che nell’economia;
  8. la rivalutazione delle pensioni e per un sistema pensionistico che riconosca la diversità tra i lavori;
  9. un’Europa fondata sui diritti sociali e contrattuali, su un sistema fiscale condiviso e sul diritto di cittadinanza e sulla democrazia delle istituzioni.

Per queste ragioni, la Fiom, nell’appello del corteo si rivolge «a tutte le donne, gli uomini, i giovani, i precari, i disoccupati, i migranti, i pensionati: perché noi operaie, operai, impiegate e impiegati metalmeccanici, come voi, vogliamo una democrazia che ci permetta di partecipare e decidere del nostro futuro».