Anche nel Lazio sarà possibile assumere per le donne la Ru486, ovvero la pillola che consente l’aborto farmacologico, non in regime di ospedalizzazione come accade nel resto dei paesi europei. E’ quanto ha deciso ieri la giunta regionale guidata da Nicola Zingaretti che ha firmato un’apposita delibera che cancella la precedente legislazione, targata Renata Polverini.

Il Lazio si adegua a quello che è già possibile in Emilia Romagna, Puglia, Umbria. Da oggi, previo accordo del medico e compatibilmente con il quadro clinico della paziente, sarà possibile assumere la pillola abortiva in regime di day ospital, come accade nella maggior parte dei casi anche per l’aborto chirurgico, e non con tre giorni di ricovero obbligatorio.

Non c’era altra ragione per il ricovero se non ostacolare l’utilizzo del farmaco e l’interruzione volontaria di gravidanza, soprattutto vista la situazione degli ospedali del Lazio che prevedono liste di attesa lunghissime negli ospedali pubblici data la presenza maggioritaria di medici obiettori di coscienza. Il parere dell’Organizzazione mondiale della sanità va invece in tutt’altra direzione: la Ru486 è dal 2006 nell’elenco dei farmaci essenziali per la salute riproduttiva, e per questo non può esserne di fatto ostacolata l’assunzione, soprattutto dal momento in cui sono riconosciuti i vantaggi dal punto di vista della salute e del benessere della donna.

Per Marta Bonafoni, consigliera di maggioranza eletta nel listino di Nicola Zingaretti e già promotrice di una legge appena approvata sulla violenza sulle donne, si tratta di «un atto atteso da tempo dalle donne della nostra regione, che peraltro nel 76% dei casi fino a oggi rifiutavano il ricovero ospedaliero di tre giorni precedentemente previsto contestualmente all’uso della pillola. Con la delibera di oggi quindi da una parte veniamo incontro alle richieste delle associazioni di donne, specie le più giovani, che da anni chiedevano un approccio più ’europeo’».

Il presidente della regione Zingaretti ha rivendicato gli sforzi della sua giunta per rilanciare il ruolo dei consultori «con lo scopo di rilanciare e di restituire il giusto ruolo e la dignità che meritano questi servizi, nel campo della prevenzione, dell’assistenza e del diritto alla salute».