«Per quanto faticoso e difficile, il sistema Sprar funziona e funziona bene ed è l’unico modo di gestire la situazione». Per Matteo Biffoni, sindaco di Prato e responsabile Anci per l’Immigrazione, non esistono molte alternative al sistema messo a punto per accogliere i migranti in arrivo in Itala. Biffoni parla alla presentazione del ll’annuale rapporto dell’Associazione dei comuni sullo Sprar, il Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati. «Meno tensioni si creano sui territori – spiega – e più è facile gestire un fenomeno complesso».
Per quanto riguarda il 2016, sono 34.039 le persone che hanno beneficiato dei progetti finanziati dal Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo (Fnpsa), che rappresentano la rete strutturale dello Sprar. Il tutto grazie ai sistemi di accoglienza messi a disposizione da 555 enti locali, tra cui 491 comuni e 27 province. Tra i capitoli toccati anche quello dei minori non accompagnati: secondo il rapporto lo scorso anno si è potuto far conto su una maggiore disponibilità di posti grazie alla graduale attivazione di 35 nuovi progetti che ha consentito un’accoglienza complessiva di 2.898 adolescenti (contro i 1.640 del 2015).

Il quadro delle nazionalità di provenienza vede anche quest’anno in testa la Nigeria, con una quota del 16,4% e un incremento dell’1,2% rispetto al 2015, il Gambia (12,9%, +0,7%), seguito da Pakistan (11,7%), Mali (9,3%), Afghanistan (8,7%) e Senegal (6,3%). Nel nostro Paese sono Sicilia e Lazio le due regioni in cui si è registrato il maggior numero di beneficiari accolti, con oltre il 19% per ciascun territorio; a seguire la Calabria (10%, contro l’8,9% del 2015), la Puglia (9,7%), Lombardia (6,2%, era del 5% un anno prima), Emilia Romagna (5,4%), Piemonte (5,2%) e Campania (5,1%). Nelle restanti regioni la presenza delle persone accolte è al di sotto del 3,5%.

Come negli anni scorsi anche nel 2016 la maggioranza delle persone è entrata nel nostro paese dopo aver attraversato il Mediterraneo (72%, contro un 75,5% del 2015), seguiti da quanti hanno attraversato una frontiera di terra o aeroportuale (14%).

«Il ministro dell’Interno Marco Minniti – ha affermato il prefetto Gerarda Pantalone, capo del Dipartimento immigrazione e libertà civili del Viminale – giudica molto utile continuare sulla direzione intrapresa dall’Anci per un sistema di accoglienza diffusa che porti al superamento dei grandi centri che non fanno bene né ai migranti né ai territori che li accolgono. Noi – ha concluso l’esponente del Viminale – vogliamo proseguire sulla via dell’accoglienza diffusa».