Un vero giustiziere della notte. Piero Longo non è solo avvocato di Berlusconi e deputato del Pdl. E’ anche un pistolero. Lo ha detto con orgoglio ieri intervistato da La Zanzara su Radio24. Se sabato all’alba, a Milano, si fosse trovato di fronte a Kabobo, il ghanese che ha ucciso tre uomini a colpi di piccone, lui non avrebbe avuto esitazioni. “Gli avrei sparato con la mia pistola, immediatamente. Basta sparare alle gambe per farlo smettere di dare picconate alla gente. Se non si fosse fermato, avrei sparato di nuovo alle gambe e poi addosso. Con chi credete di parlare? Non mi sarei andato a nascondere da qualche parte”. Al di là del fatto che chiunque, se in condizioni di farlo, avrebbe cercato di fermare quel massacro, lui ci tiene a far vedere a tutti che è un duro. A chiacchiere.

Alla faccia del garantismo, questo sì che è un uomo di legge. Uno che sa farsi giustizia da solo senza neppure bisogno di chiamare la polizia. Non usa neanche le leggi ad personam come fa il suo assistito, tira fuori direttamente la sua Luger Lcr fabbricata in America. Ce l’ha davanti agli occhi, sulla sua scrivania, dichiara fiero alla radio. Peccato, spiega, che non può portarla in parlamento, sul treno e neppure in una balera perché è vietato.

La sparata dell’avvocato è solo l’ultimo segnale di un clima: Pdl e Lega hanno un piano ben preciso e stanno rialzando la testa. Mentre il paese ha ben altre urgenze, la destra di lotta e di governo continua ad essere in campagna elettorale. E per aizzare la cittadinanza e distogliere l’attenzione dalla crisi e dalle delusioni della politica, punta a risvegliare i soliti sentimenti securitari e razzisti.

Il terribile triplice omicidio di Milano solo qualche anno fa avrebbe causato un putiferio ben più grande di quello che è avvenuto in questi giorni. Non è stato così per due ragioni. La prima è che Kabobo ha colpito in un quartiere particolare come Niguarda, storicamente operaio e di sinistra, particolarmente civile e capace di reagire a questa tragedia con intelligenza e dignità. Il secondo è che da quando la crisi morde, la pancia delle persone ha più fame che voglia di farsi prendere dalle campagne xenofobe delle destre. Ma non è assolutamente detto che continui così.

A Milano, Lega, Pdl e neofascisti stanno risfoderando i soliti metodi che hanno usato nei “bei tempi” di Letizia Moratti e del vicesindaco Riccardo De Corato. Dopo i banchetti a Niguarda, domenica i leghisti si sono dati appuntamento davanti a Palazzo Marino e ieri in aula il capogruppo Alessandro Morelli ha annunciato di voler denunciare chi usa la parola “razzista” perché sarebbe un insulto. Purtroppo invece è una realtà sempre più presente e pericolosa. Di fronte alla quale il centrosinistra al governo si trova come sempre spiazzato, maldestramente sulla difensiva, vulnerabile alle sparate di chi, come Longo, ha già il colpo in canna. Magari anche per far saltare il governo qualora il suo assistito venisse condannato.

E’ lo stesso Longo ad annunciarlo: “Se, al giudizio della Cassazione, Berlusconi fosse interdetto dai pubblici uffici, il governo forse cadrebbe un secondo prima dell’interdizione”. E allora, davanti al voto, sarà per tutti una gara a chi la spara più grossa. Tanto vale cominciare subito, tenere alta la tensione e portarsi avanti con il lavoro.