La definizione del Def come di «specchietto per le allodole» unisce la Cgil al giornale di Confindustria. A poche ore dal fondo del Sole24Ore anche Susanna Camusso bolla il Documento di economia e finanza di Renzi e Padoan allo stesso modo.

La Cgil però non contesta le coperture, bensì «il fatto che non scommette sul lavoro, non investe sulla crescita e disegna una politica economica fatta solo di tagli e proclami sul fisco». «È un Def che si muove in linea con quello dei governi precedenti, che non affronta la disoccupazione, anzi la continua a prevedere a doppia cifra anche nel lungo periodo, e non scommette sul lavoro come leva per creare crescita». «Non ci sono scelte coraggiose, ad esempio sulle stazioni appaltanti – inclaza il segretario Cgil – né scelte rigorose sul fisco per renderlo equo». Un Def, conclude, «che parla di una crescita che non c’è» e che non ci potrà essere «se non si punta sul lavoro».

Per questo la ricetta Cgil è completamente diversa. Le «tre proposte per il verso giusto» hanno come obiettivo la creazione di posti di lavoro. Al primo punto c’è l’introduzione di un’imposta sulle grandi ricchezze finanziarie. Una patrimoniale che colpendo solo il 5 per cento delle famiglie italiane con una aliquota progressiva per la parte eccedente i 350mila euro avrebbe un gettito annuo di 10 miliardi. Con questi soldi si potrebbero creare – è il Piano per il lavoro lanciato ormai due anni fa – 740mila nuovi posti fra pubblico e privato.

Al secondo punto c’è un’aumento delle tasse di successione. La Cgil dimostra come l’Italia sia il paese europeo con la tassazione in materia più bassa e più ingiusta. Senza toccare la prima casa – esenzione fino a 500mila euro – può pensare ad una tassazione che vari a seconda della parentela dal 10 al 40 per cento – oggi va dal 4 all’8 per cento – utilizzando i proventi anche per rimpinguare i tagli alla sanità.

Ultimo e più innovativo punto è quello riguardante l’uso dei fondi pensione. Ora sono usati per comprare bond esteri e l’ultima finanziaria li ha tartassati. La Cgil propone l’individuazione da parte di Cassa depositi e prestiti – Cpd- di strumenti finanziari specifici e di un fondo per investimenti in infrastrutture ed innovazione culturale».