Il decreto sostegni bis è stato criticato ieri anche dai lavoratori dello spettacolo che hanno organizzato a Roma un presidio al ministero del lavoro dove sono stati ricevuti dal capo gabinetto del ministro Andrea Orlando. Questo testo contiene una buona parte delle misure previste dal Ddl delega, presentato da Orlando e dal ministro della cultura Franceschini addirittura come un evento «storico». Le reti intersindacali che hanno manifestato ieri pensano l’opposto.

«Dal decreto è sparito completamente il reddito di continuità ed è invece presente una misura in favore dei lavoratori autonomi, una nuova assicurazione contro la disoccupazione involontaria con una durata massima di 6 mesi – sostiene la rete intersindacale dei professionisti dello spettacolo e della cultura – Non vi è traccia delle annualità bianche richieste dai lavoratori e dalle lavoratrici per il 2020 e il 2021; rimane alto il numero delle giornate richieste per la maturazione dell’anno contributivo: è stato abbassato solo di 1/3, mentre da più parti si chiedeva di portarlo a 60; l’accesso alla malattia è ancora legato ad una logica assicurativa; non ci sono vere misure contro l’abuso di contratti a termine e finti lavori autonomi. Questo governo non ha il coraggio di costruire il cambiamento».

Ieri la commissione Bilancio alla Camera non ha ritenuto ammissibile l’emendamento dei Cinque Stelle al decreto Sostegni bis che imponeva ai percettori del «Reddito di cittadinanza» di accettare lavori stagionali pena la decadenza (ne abbiamo scritto su Il Manifesto di ieri).