Laura Boldrini sarà in prima fila oggi alla marcia in solidarietà con il sindaco di Riace, paese che conosce bene e di cui dal 2013 è cittadina onoraria. «Certo che ci sarò – conferma – perché, nel pieno rispetto delle decisioni della magistratura, mi sento di rendere omaggio al progetto che in questo territorio così difficile si è sperimentato negli anni, un progetto che va a vantaggio di tutti. Mi sento anche di rinnovare la solidarietà a Mimmo Lucano, che conosco da molti e molti anni e stimo non solo per la sua idealità visionaria ma perché è riuscito a concretizzare ciò che ha sempre voluto per il suo borgo: farlo rivivere, salvarlo dall’abbandono con il contributo di tutti, cittadini di Riace e rifugiati, in armonia. Ha dimostrato che si può fare attraverso l’accoglienza creando uno spazio condiviso e posso capire che una esperienza simile possa dare fastidio a molti».

L’arresto, senza pericolo di fuga né di inquinamento delle prove, non le è sembrata una decisione un po’ eccessiva?

Non commento mai le decisioni della magistratura, non è mia abitudine né penso sia giusto, sia che si tratti dei domiciliari a Mimmo Lucano sia che si tratti dell’indagine su un ministro, perché anche Salvini è indagato e lo è per sequestro aggravato di persona. Dobbiamo aspettare che le indagini facciano il loro corso. E però personalmente credo che Mimmo Lucano saprà dimostrare la sua totale estraneità ai fatti che gli vengono contestati.

Non crede anche l’arresto sia frutto del clima avvelenato di criminalizzazione della solidarietà partito con la campagna di discredito verso le ong dei salvataggi in mare?

Do per scontato che vi sia la completa autonomia della magistratura, ripeto. Dopo di che trovo gravissimo che Salvini abbia gioito per l’arresto di Lucano. Dovrebbe sapere che nel nostro ordinamento esiste la presunzione di non colpevolezza che vale per tutti fin tanto che non c’è una condanna definitiva. E un ministro potrebbe casomai esultare per l’arresto del capo di una pericolosa ’ndrina o perché la ’ndrangheta viene sgominata in un territorio, mentre non mi pare di aver visto Salvini all’opera su questo fronte della criminalità organizzata.

La campagna denigratoria e di fake news contro Lucano era iniziata da tempo, tanto che la fiction su di lui con Rosario Fiorello non è stata trasmessa dalla Rai. Anche lei è stata fatta oggetto di insulti e fake. Quale responsabilità hanno i media?

Le responsabilità sono prima di tutto dei politici che hanno fatto dell’odio la loro cifra comunicativa e Salvini è tra questi. Penso che l’odio si istilli tramite notizie false verso coloro che esprimono valori di solidarietà ma anche di parità tra uomo e donna e idee di società inclusiva che sono alla base della Costituzione antifascista. A servizio di questa modalità comunicativa ci sono anche certi giornali di carta stampata che io per altro ho denunciato e i social, laddove le piattaforme digitali non si impegnano abbastanza nel contrastare il discorso di odio e i contenuti illeciti. Sto preparando una proposta di legge su questo che prende a modello la legge tedesca.

Crede che il modello Riace si possa salvare ora che il decreto Salvini azzera tutte le esperienze più avanzate di accoglienza come i progetti Sprar?

Il decreto di Salvini si chiama «decreto sicurezza» anche se in gran parte si occupa di immigrazione e già di per sé ciò è fuorviante perché cerca di far passare un’idea non vera e dannosa per cui a insidaiare la nostra sicurezza sarebbero gli immigrati, invece di mafia, corruzione, caporalato. Questo decreto invece è teso allo smantellamento del sistema dell’asilo nel nostro Paese, sulla base di una lettura che fa male alla nostra società. Quanto a Riace non posso che auspicare che questo esercizio di felice congiunzione tra la rinascita del territorio e la presenza attiva dei rifugiati continui. Sarebbe inconcepibile, controproducente, distruttivo non consentire agli Sprar e a esempi come questi che costituiscono buone pratiche di poter continuare. D’altronde Salvini sta solo coprendo i suoi fallimenti. In tv davanti a me aveva promesso l’espulsione in pochi giorni di 600 mila irregolari ma poi gli hanno spiegato al Viminale che è difficile, servono accordi bilaterali e allora lui cerca di sviare l’attenzione accanendosi contro l’asilo, che è un diritto costituzionale, da cui la lettera del presidente Mattarella che accompagna il suo decreto.