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Laura Boldrini: «Decreti, Libia, donne: caro Pd, ora fatti concreti»

Laura Boldrini: «Decreti, Libia, donne: caro Pd, ora fatti concreti»Laura Boldrini a Catania per incontrare i migranti a bordo della nave Diciotti – LaPresse

Intervista all'ex portavoce dell'Unhcr La deputata: dobbiamo liberarci dell’eredità di un governo oscuirantista. Sulla sicurezza va cambiato tutto, i testi di Salvini hanno portato il caos. Via anche la legge Bossi-Fini. serve una sterzata su bisogni e diritti. Solo così il progetto del nuovo Pd sarà credibile

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 4 febbraio 2020

Onorevole Laura Boldrini, in questi giorni si rinnova il memorandum Italia-Libia sull’immigrazione. Per il governo c’è ancora tempo per cambiarne il testo. Lei ci crede?

Sulla Libia si è perso tempo. A novembre ci fu un question time alla camera. Io lavorai perché si potesse procedere a una sua drastica modifica. In un certo senso il memorandum poteva servire come cornice per un radicale cambio di contenuti. Il governo si era impegnato. Ma da lì a oggi è accaduto ben poco. Nel frattempo in Libia è cambiato tutto: la guerra è diventata di portata regionale e per procura; abbiamo assistito a una costante violazione dell’embargo sulle armi; sono aumentate le vittime civili, sono morti sotto le bombe migranti detenuti; l’Onu ha chiesto la chiusura dei centri di detenzione; l’Unhcr si è ritirato da Tripoli per motivi di sicurezza; da ultimo il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa ha chiesto all’Italia l’immediata sospensione dell’accordo con la Guardia Costiera libica. Perché il governo non ne prende atto? Il memorandum è stato concepito tre anni fa quando non c’era la guerra né tutti questi militari e paramilitari sul terreno. Così com’è non solo non è accettabile ma è anche superato dagli eventi e dalla storia.

Lei crede a Di Maio?

Il governo si era impegnato a cambiare il testo già tre mesi fa. L’Italia deve promuovere un’iniziativa politica sia con i partner europei che extraeuropei. Dobbiamo puntare a far chiudere i centri di detenzione, come l’Onu ha chiesto ed avviare l’evacuazione umanitaria dei migranti. Bisogna rafforzare il monitoraggio in mare per salvare vite, oggi ci sono solo le Ong. E poi bisogna ripristinare la missione Sophia per far rispettare l’embargo delle armi. Serve un inviato speciale Ue.

A proposito di Ong, cadono le accuse contro i volontari.

Questo dimostra l’uso spregiudicato che Salvini ha fatto dell’immigrazione e del decreto Salvini bis. Un uso politico. Ha messo in atto iniziative al di fuori dei principi del diritto internazionale e della nostra Costituzione.

A proposito dei decreti sicurezza, con grande ritardo ci si appresta a poche modifiche.

Il primo decreto sta facendo enormi danni. Ha tolto la possibilità di iscrizione anagrafica per i richiedenti asilo, ha limitato gli Sprar a chi ha già ottenuto protezione internazionale, ha cancellato la protezione umanitaria lasciando nell’illegalità migliaia di persone. Ha smantellato quel po’ di integrazione che funzionava per creare insicurezza e caos. Il secondo decreto innalza l’asticella della disumanità, mira a sovvertire i principi dell’ordinamento nazionale e internazionale. Perché la legge del mare impone di soccorrere chi è in difficoltà e invece qui chi soccorre rischia di avere confiscata l’imbarcazione e pagare multe fino a un milione di euro. È il mondo alla rovescia. Le multe vanno tolte, non ridotte.

Salvini forse sarà giudicato per aver sequestrato le persone che stavano sulla nave Gregoretti. Ma ora dice: vada a processo anche la ministra Lamorgese, anche lei trattiene le persone sulle navi.

Le persone soccorse vanno fatte sbarcare subito, prima di aver concordato le operazioni di redistribuzione.

A novembre a Bologna il segretario Zingaretti ha invocato lo ius culturae. Che però poi è scomparso dalle conclusioni del conclave di Rieti, i punti della verifica di governo. È un passo indietro?

A Contigliano in molti, al tavolo sulla cittadinanza, abbiamo parlato di ius culturae così come della necessità di liberarci dall’eredità di Salvini. Nella scorsa legislatura la riforma della cittadinanza è naufragata al senato. 800mila giovani e tante associazioni laiche e cattoliche che ci avevano creduto sono rimasti delusi e traditi. Ora siamo al governo, non possiamo fallire di nuovo, rischiamo di perdere ogni credibilità. In prima commissione ci sono tre progetti di legge (Boldrini, Orfini, Polverini, ndr), i 5S dovrebbero presentarne uno proprio. Bisogna passare subito dalle parole ai fatti. Così sulla legge Bossi-Fini: va superata. Ma il rilancio dell’azione di governo deve andare oltre. Vanno messi al centro i gruppi sociali trascurati dal governo gialloverde: le donne che hanno contestato Salvini ora si aspettano risposte. Serve un piano straordinario per l’occupazione femminile. In Italia meno del 50 per cento delle donne lavora. E i giovani: vanno fatti uscire dalla dimensione del lavoretto precario, va dato un sostegno all’affitto per gli studenti e chi vuole rendersi indipendenti. Le coperture potrebbero arrivare ripristinando l’Imu sulla prima casa per chi ha ingenti patrimoni.

A quale rifondazione si appresta il Pd?

Non sono iscritta al Pd, sono passata al gruppo alla Camera per dare una mano, di fronte alla destra peggiore di sempre non ci si può disperdere. Ma al cambiamento bisogna dare concretezza. Servono i fatti, serve una sterzata sui bisogni materiali e sui diritti. Solo così le persone saranno disposte a credere nel progetto del Pd. Il cuneo fiscale, l’abolizione del superticket e gli asili nido sono un inizio. Bisogna andare avanti.

Alla formula ‘sterzata a sinistra’ mezzo Pd leva gli scudi.

Combattere le disuguaglianze nell’area progressista dovrebbe interessare tutti. Perché hanno un impatto sociale ed economico, oltreché etico che già sarebbe abbastanza. Ridistribuire ricchezza e fare investimenti per il lavoro è una richiesta che arriva perfino da Davos.

La scorsa settimana c’è stato un femminicidio al giorno. Un dato che lascia senza parole.

È una strage che non fa più neanche notizia. C’è un problema enorme di svalutazione del femminile, a 360 gradi. Da Sanremo ai Tg Rai in cui le esponenti politiche sono presenti infinitamente meno degli uomini. Dai luoghi di lavoro alla rappresentanza. Serve un lavoro capillare nelle scuole, campagne di sensibilizzazione, arginare l’inaccettabile gap salariale. La destra investe sul patriarcato, la sinistra deve essere femminista. La differenza con il governo oscurantista precedente deve passare anche, soprattutto da qui.

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