Nell’incantevole cornice del teatro di Villa Torlonia, è andato in scena qualche giorno fa El Diccionario, spettacolo teatrale di Manuel Calzada Perez, regista spagnolo insignito del Premio Nazionale di Spagna per la letteratura drammatica nel 2014, interpretato da Liliana Garcia Sosa, Nestor Cantillana e Josè Secall Parada e organizzato dall’ Ambasciata del Cile in Italia.

Lo spettacolo ripercorre la storia vera della bibliotecaria, lessicografa e dizionarista spagnola Maria Moliner, una donna che ha avuto il coraggio e la tenacia di creare un proprio dizionario per correggere e migliorare quello della Real Accademia Espanola. Un’opera intensa, emozionante, che nell’arco di un’ora e mezza ha catapultato gli spettatori nella Spagna Franchista, al fianco di Maria Moliner, personaggio di altissimo valore morale e culturale, ma anche donna alle prese con la quotidianità del rammendare i calzini, preparare il pranzo domenicale e accudire il marito e i figli. Una donna colta, laureata in Lettere e Filosofia, «rossa», repubblicana, e per questo giudicata pericolosa dal regime franchista: Maria venne duramente punita, così come suo marito, insigne fisico nucleare, al quale venne tolta la cattedra all’Università.

Eppure Maria non si dette per vinta e il suo atto di ribellione riguardò la lingua. Convinta dell’importanza liberatoria delle parole, dedicò tutta la vita alla scrittura di un dizionario d’uso della lingua spagnola, dove i termini venissero spiegati in maniera semplice ma organica, in modo da essere comprensibili a tutto il popolo. «Donna. Persona. Femmina». Accanto a Maria troviamo Fernando, il marito un po’ scorbutico ma presente e affettuoso. I due coniugi hanno condiviso l’atroce dolore della perdita di un figlio, ma sono anche legati dallo stesso credo politico. Maria è malata: ha una malattia che progressivamente le toglierà proprio la parola, fino a portarla alla morte, avvenuta nel 1981 – all’età di 81 anni-, sopravvivendo alla fine del franchismo.

La protagonista, l’uruguaiana Liliana Garcia Sosa, intensa e coinvolgente, ha accompagnato lo spettatore attraverso un racconto doloroso ma al contempo divertente, in cui ad alti toni drammatici si sono alternate battute ironiche dal gusto dolce-amaro.