L’attentato di Strasburgo si è subito trasformato in un rivelatore dello stato di crisi politica della Francia. Il governo ha fatto passare il piano Vigipirate a  “urgenza attentati”, che non è pero’ l’imposizione dello stato d’emergenza, come chiede la destra, ma solo una vigilanza al massimo livello.

Per il governo la legge sulla sicurezza interna e la lotta al terrorismo, votata un anno fa, è sufficiente. Emmanuel Macron, che martedi’ sera ha dovuto interrompere l’incontro in corso con i parlamentari della République en Marche e del MoDem appena informato dei fatti, non è intervenuto con un discorso ufficiale, ma ha ricordato che “la minaccia terroristica è sempre al centro della nazione” e ha aggiunto che questi avvenimenti “dovrebbero portare alla moderazione e alla calma”, ma ha fatto bene attenzione a non creare corti circuiti tra la tragedia di Strasburgo e la protesta dei gilet gialli.

La questione delle manifestazioni dei gilet gialli previste per sabato è stata subito in discussione. Il segretario di stato agli Interni, Laurent Nunez, ha precisato che “nessuna proibizione di manifestazione” è stata decretata (solo a Strasburgo, ieri, sono state proibite le manifestazioni dei liceali). “C’è stato un avvenimento drammatico a Strasburgo – ha pero’ affermato la ministra della Giustizia, Nicole Belloubet – e d’altronde il presidente ha dato risposte al movimento, penso che il movimento dovrebbe cessare”.

All’Assemblea nazionale, dove c’è stato un minuto di silenzio in onore delle vittime, il dibattito ha rivelato la diversa qualità delle personalità politiche. Mentre destra e estrema destra si sono subito precipitate ad accusare il governo e a chiedere espulsioni e arresti amministrativi per gli schedati “S” (come l’accusato dell’attentato, Chérif C.), Jean-Luc Mélenchon, leader della France Insoumise, ha portato “la solidarietà totale” al governo, “siamo convinti che stiate facendo il meglio possibile”, ha detto. “La vita democratica continua” ha aggiunto. La sinistra (France Insomise, Pcf e Ps) ha deciso di rimandare la discussione della mozione di censura contro il governo, che sarà discussa oggi.

Per Mélenchon “gli assassini non devono avere nessuna presa sulla vita democratica” e ha avvertito che “non ci deve essere recupero politico” della tragedia. Eric Coquerel, della France Insoumise, ha accusato lo stato di “cercare di strumentalizzare l’attentato, la miglior risposta è continuare a usare il diritto democratico, manifestare” sabato. Il primo ministro, Edouard Philippe, ha risposto con emozione a Mélenchon e al suo appello all’unità nazionale. Mélenchon ha invitato a “non diffondere dicerie”, false informazioni”. Da gruppi Facebook dei gilet gialli sono state diffuse tesi complottiste: uno tra i più noti gilet, Maxime Nicolle soprannominato Fly Rider (un personaggio della nebulosa di estrema destra), sostiene in un video che “Macron e il governo l’hanno fatto apposta per imporre lo stato d’emergenza e impedire ai gilet gialli di fare la rivoluzione”. Una tesi ridicola è circolata con grande successo, che le autorità già sapessero in anticipo dell’attentato, in base a un orario di un tweet della Prefettura di Strasburgo (ma twitter usa l’ora del Pacifico).

I deputati hanno ascoltato con emozione l’intervento di un deputato alsaziano, Bruno Studer, che ha definito “indecente”, “indegno” il complottismo diffuso da gruppi di gilet sulle reti sociali. Il portavoce del governo Benjamin Griveaux, ha puntato il dito “contro il concorso di tweet” a cui si sono dedicati in mattinata dei “piccoli responsabili politici”. Griveaux faceva riferimento a Laurent Wauquiez, leader dei Républicains, e a Marine Le Pen. “Quanti attentati commessi da schedati S dobbiamo ancora subire prima di adattare le leggi alla lotta al terrorismo? Cosa aspettiamo a dare battaglia e sradicare l’integralismo che ci ha dichiarato guerra?” ha tweettato Wauquiez, che chiede, come Marine Le Pen, di mettere in carcere preventivo gli schedati S (la schedatura serve per sorvegliare dei sospetti). “C’è sempre la sensazione che non sia stato fatto tutto il possibile per la lotta al terrorismo, braccio armato dell’ideologia del fondamentalismo islamico. La politica contro il terrorismo è lacunosa”, ha scritto Marine Le Pen. Anche Donald Trump è intervenuto pro domo: “un altro attacco terribile in Francia. Rafforzeremo ancora di più le nostre frontiere”.