Due infortuni sul lavoro molto simili nel giro di due settimane nelle campagne pontine. Stessa dinamica: un bracciante sikh indiano che cade da sopra una serra che stava lavando, l’imprenditore che lo sposta in un altro luogo «per soccorrerlo». Lunedì però il 26enne Singh Guarjant è morto. E allora oggi pomeriggio alle 16 la Cgil e la comunità indiana hanno deciso di protestare in presidio davanti alla prefettura di Latina. E sono pronti a scioperare per chiedere più sicurezza e maggiori diritti per i braccianti.
Il caso di Singh Guarjant arriva infatti dopo quello di Amrinder Singh, indiano di 32 anni che sabato 22 agosto è caduto nello stesso modo e rischia ancora di rimanere paralizzato.
A denunciare l’insicurezza e il clima di omertà degli imprenditori è la Cgil. «Ci chiediamo come sia possibile, anche in questa circostanza, che il datore di lavoro non abbia chiamato l’ambulanza e gli organismi preposti per mettere in atto un soccorso fai da te – dichiarano Roberto Iovino della Cgil Lazio e Giuseppe Cappucci della Flai Cgil – Una circostanza che speriamo sia chiarita quanto prima. Così come siamo sicuri che vadano chiariti altri episodi che in questi giorni hanno coinvolto il territorio del Lazio meridionale. Serve una massiccia presa di posizione delle istituzione e degli organismi ispettivi, per verificare fino in fondo che chi lavora lo faccia in sicurezza e per fare chiarezza su un escalation davvero preoccupante sul territorio. Per questo abbiamo organizzato questo presidio insieme alla comunità indiana e contiamo di proseguire la mobilitazione dopo aver tenuto le assemblee coi lavoratori», concludono Iovino e Capucci.
Dopo il primo storico sciopero unitario dello scorso 21 ottobre che riempì la piazza di Latina davanti alla prefettura, la sindacalizzazione dei braccianti indiani e la loro consapevolezza di dover lottare per migliori condizioni di lavoro sta aumentando continuamente.
E per fortuna qualcosa sempre muoversi anche nelle istituzioni. Il nuovo prefetto Maurizio Falco arrivato a luglio si è dimostrato sensibile alle denunce.
Di ieri è la notizia che per la morte di Singh Gurjant si indaga per omicidio colposo Il fascicolo, affidato al sostituto procuratore Martina Taglione, per ora è contro ignoti ma l’inchiesta sta andando avanti. Il magistrato ha disposto l’autopsia sulla salma del bracciante e nel frattempo i carabinieri della compagnia di Terracina, hanno ascoltato sia i lavoratori che si trovavano con la vittima al momento dell’incidente che l’imprenditore titolare dell’azienda di San Vito a San Felice Circeo dove è avvenuto il fatto, oltre a medici e infermieri che hanno soccorso il 26enne all’ospedale Fiorini di Terracina. Il Nucleo ispettivo dei carabinieri e l’Ispettorato del lavoro della Asl hanno verificato sia la situazione del luogo di lavoro che la regolarità dell’impiego.
In più ieri è arrivata anche una interrogazione parlamentare sui due incidenti sul lavoro. La deputata del Pd Susanna Cenni chiede ai ministri Lamorgese, Catalfo e Provenzano di intervenire rispetto a questi «episodi gravissimi che dimostrano come alcune aziende non solo sfruttano i lavoratori ma sono pronti anche a sacrificare le loro vite pur di aumentare i profitti ed evitare ogni conseguenza legale» chiedendo al governo «quali iniziative urgenti intenda assumere al fine di rafforzare l’attuale quadro normativo per contrastare il lavoro nero e il caporalato e per salvaguardare la salute e la sicurezza dei braccianti agricoli».