Il passato non è più quello di una volta.
Sì, esiste la nostalgia del passato ma è dolce e dannosa, un po’ come una sostanza stupefacente.
Louis CK – il comico americano – una volta ha detto che se qualcuno potesse inventare la macchina del tempo questa sarebbe utile solo per gli uomini eterosessuali e bianchi. Ogni altra categoria di persona – donne, gay, persone di colore – andando nel passato arriverebbero in un mondo più ostile, più oppressivo e più pericoloso. Invece, per gli uomini eterosessuali bianchi non ci sono problemi: anzi, forse ci sono addirittura dei vantaggi. Come, per fare un esempio puramente casuale, la loro capacità di masturbarsi in una camera d’ albergo alla presenza di due donne, costrette a trovarsi lì, senza finirebbe per rovinare la carriera del comico abusivo.

Per Edgar Wright la nostalgia è più che chiara. Tutti i suoi film sono film da fanboy.
Da Romero a Sparks, le influenze presenti sono più importanti del copione. È un regista che amo molto. Non tanto per i suoi film quanto per i suoi pensieri, la sua passione, la sua pagina Letterboxd. I film vengono al secondo posto. Il suo primo film, «L’alba dei morti dementi» è senz’altro il migliore: divertente, intelligente e in parte terrificante. È da lì che i suoi film sono diventati un po’ meno interessanti dell’idea stessa dei film.

Il critico letterario Harold Bloom ha teorizzato l’ansia da influsso: il conflitto freudiano tra un artista e suoi predecessori, che devono essere uccisi, in maniera simbolica, perché l’artista possa continuare.
«Last Night in Soho» mette in atto proprio questo conflitto.

Oggi. Una ragazza ossessionata dagli anni sessanta va all’università dove vive una doppia vita. Di giorno, la noia di oggi, di notte, la Londra di una volta, quella della moda, della musica e delle sigarette che non provocano tumori. Ma qui si complicano le cose perché la fantasia include gli incubi. La violenza contro le donne, lo sfruttamento sessuale, la disuguaglianza. Terrence Stamp, Diana Rigg e Rita Tushingham sono dei veri fantasmi dell’epoca, e di un cinema e di una moda britannici che non esistono più. Ciò dev’essere sconfitto o almeno capito per andare avanti, e questo è il passo che Wright non può fare. Non può rinunciare al passato anche se ora si rende conto che non si tratta solo di musica e luccichio ma è anche cattivo alito e brutto carattere.