«C’è chi parla e non è nemmeno madre, forse prima di parlare dovrebbe passare per quel sacro vincolo». E ancora: «Accetto qualunque critica, ma non da donne che non hanno figli». Sono parole di Chiara Caucino, assessora leghista alle Politiche per la Famiglia in Piemonte, che alza il tiro nei confronti di chi protesta contro la legge regionale «Allontanamenti zero». Il provvedimento, nato sulla scia del caso Bibbiano, vuole riscrivere le regole dell’affido con l’obiettivo dichiarato di ridurre del 60% gli affidi per «dare massima centralità al nucleo familiare» e dirottare 44 milioni dai servizi sociali alle famiglie in difficoltà.

Le dichiarazioni di Caucino, pronunciate in un incontro del Comitato Cittadini per i diritti umani, contrario agli affidi, hanno sollevato una bufera di polemiche e critiche da tutta l’opposizione: dal Pd, che ne chiede le dimissioni, alla sinistra di Luv fino al M5s. Sabato erano scese in piazza nel capoluogo centinaia di persone, tra cui anche la sindaca di Torino Chiara Appendino, per chiedere il ritiro del ddl già approvato dalla Giunta di centrodestra di Alberto Cirio e in procinto di passare al vaglio del Consiglio regionale – contro cui si sono espressi esperti (medici, pedagogisti, psicologi, avvocati e associazioni…) riuniti in un comitato.

«Non è negando che esistono nuclei familiari in difficoltà – afferma il comitato – che si tutelano i minori. Ogni bambino ha diritto a vivere in una famiglia adeguata a uno sviluppo affettivamente sano ma il superamento di difficoltà importanti come problemi psichiatrici, dipendenze e abusi non si risolvono in tempi brevi».
Il segretario regionale del Pd, Paolo Furia, chiede le scuse e le dimissioni dell’assessora. «Nel gruppo del Pd – ha precisato il capogruppo in Regione, Domenico Ravetti – c’è una sola donna, non ha figli e si sta battendo per tutelare bambini vittime di situazioni tremende. Ci dica Caucino se è lei che, vilmente, sta tirando in ballo». La capogruppo M5s, Francesca Frediani, stigmatizza le «parole indegne» dell’assessora, che «offendono migliaia di donne».

Il capogruppo di Liberi Uguali Verdi (Luv), Marco Grimaldi, si appella al governatore Cirio per ottenere «pubbliche scuse» definendo l’uscita dell’assessora «un capolavoro di retorica reazionaria». Un condensato di «sessismo, perché secondo la nostra assessora una donna senza figli non è compiutamente donna e non ha diritto di parola in materia di infanzia (gli uomini invece dicano pure ciò che vogliono)», di «oltranzismo teocon, con la divinizzazione del rapporto fra figlio e madre naturale e il disconoscimento totale del vincolo genitoriale, affettivo e pedagogico che si ha con i padri, con i genitori adottivi, con le famiglie affidatarie». «Per non parlare – prosegue Grimaldi – del disprezzo nei confronti dei minori. Caucino inventa il mostro di un ’sistema infanzia’ (a cui si vanta di sottrarre 60 milioni di euro) che inghiotte i bambini, mentre santifica i vincoli di sangue, ma della vita concreta di ciascuno di quei bambini evidentemente non le importa nulla».