Circa 1,1 miliardi di dosi di vaccino anti-Covid19 sono state lasciate scadere senza essere utilizzate. È la stima della società di analisi Airfinity specializzata nel settore della produzione e della distribuzione dei vaccini. Lo spreco delle dosi rappresenta circa il 10% dell’intera produzione globale, ma non ha colpito tutto il mondo in modo uniforme.

Al Financial Times, il capo analista della società Matt Linley ha detto che «una ragione significativa è rappresentata dalla donazione di dosi prossime alla scadenza da parte dei governi dei paesi ricchi verso quelli in via di sviluppo». Le donazioni, infatti, sono arrivate in ritardo, quando nei paesi ad alto reddito la domanda dei vaccini era diminuita e in quelli a basso reddito era calato l’allarme anche perché nel frattempo le ondate avevano diffuso un certo grado di immunità nella popolazione. Sempre secondo gli analisti di Airfinity, un’altra causa dello spreco delle dosi è stata la difficoltà di garantire la catena del freddo, che richiede di conservare i vaccini a mRna (Pfizer e Moderna) a temperature pari a settanta gradi sottozero.

La stima di Airfinity aumenta ulteriormente i dubbi sull’efficacia del programma Covax istituito dall’Oms e da una rete di fondazioni private (in primo luogo quella di Bill e Melinda Gates) al fine di trasferire dosi verso i paesi che non avevano i mezzi economici per acquistarle a causa della concorrenza dei governi più ricchi. Il programma, che avrebbe dovuto fornire due miliardi di dosi entro la fine del 2021, a oggi ne ha consegnate meno di 1,6 miliardi e in questo numero rientrano anche molte delle dosi rimaste inutilizzate. A due anni e mezzo dall’inizio della pandemia, nei paesi a basso e medio reddito solo il 19% della popolazione finora è stato vaccinato contro il Covid-19.