È un momento magico per Lagarce a Roma: non solo va in scena il suo teatro, ma diviene anche un materiale di apprendimento. È infatti appena andato in scena al teatrino di via Vittoria, I pretendenti, un testo dello scrittore francese realizzato da Valentino Villa con gli allievi attori del terzo anno dell’Accademia Silvio D’Amico.

SI SCOPRE in questo testo anche la voglia di divertirsi dell’autore, mentre guarda dimenarsi e arrampicarsi notabili e aspiranti tali della provincia lontana da Parigi, appena ieri come oggi.
Spettacolo godibile e inquieto, che occhieggia a Kafka ma anche al teatro dell’assurdo, in un can can disperato che raccoglie anche la tradizione tutta française del vaudeville. O almeno così ci appare (senza nasconderne la dimensione umanamente tragica) la messinscena di Villa, costruita attraverso i movimenti curati da Marco Angelilli, letterale e contorsionistica arrampicata sociale.

E grazie alla scena di Francesco Mari, soffocante ambiente mondano disseminato di porticine, botole, passaggi e pertugi, che ben testimoniano la difficoltà di quella carriera, per una carica da attribuire con tanto di cda, consulenti e perfino un rappresentante governativo. Oltre a passioni e sofferenze represse, innamoramenti e tresche che movimentano ogni provincia. Una visione inquietante, che strappa amari sorrisi, ogni tanto transitivamente affaticati.