Senza tregua continua la corsa al setaccio dell’opera omnia che il povero Jacko ha lasciato negli archivi personali, perlopiù sotto forma di provini o di canzoni appena abbozzate. Ma se questo non ha fermato gli eredi di Jeff Buckley, Jimi Hendrix, figuriamoci se preoccupa la famiglia Jackson – erede del patrimonio del «king of pop» morto quasi cinque nni fa, che detiene i diritti sulle preziose «memorabilia». Così, a cadenza biennale, eccoci a parlare di «novità». L’ultima raccolta annunciata in ordine di tempo risponde al nome di Xscape – ovvero fuga, e riunisce otto pezzi «inediti» che la Epic Records si appresta a licenziare – come si dice in gergo – il prossimo 13 maggio in collaborazione con la Estate of Michael Jackson, cioè la sagrada famiglia al gran completo. Il disco, fa sapere l’etichetta: «sarà disponibile anche in edizione deluxe, contenente tutte le incisioni di Michael Jackson nella loro veste originaria. Xscape – versione standard e deluxe – sarà disponibile in pre-ordine a partire dal 1° aprile su iTunes.com/MichaelJackson». Il titolo dell’opera non è autoironico, ma è un tributo al processo con cui Michael Jackson dava il nome ai suoi album.

«Ogni suo disco – si legge sempre nelle note – prendeva il nome da uno dei brani in esso contenuti e a partire da Thriller, Michael sceglieva titoli di una parola sola, tutti molto originali».

Il progetto 2014 riprende dei pezzi che Jackson stava incidendo insieme al produttore Rodney Jerkins, li ha «modernizzati» aggiungendo, immaginiamo strumenti, remixando le parti vocali e giocando con gli effetti speciali. L.A. Reid, da un lustro uno dei deus ex machina del pop soul ameicano, ora Presidente e Amministratore Delegato di Epic Records, è l’uomo che, dopo l’apertura degli archivi di Jackson da parte della Estate, ha avuto accesso illimitato ai materiali realizzati dal «re del pop».

Una «contemporaneizzazione» passata poi fra le mani di maghi del suono come Timbaland o Stargate. Suoneranno senza dubbio «scintillanti», ma resta il lecito dubbio sulla necessità artistica (quella commerciale, che muove tutto, è ovvia…) di riprendere canzoni che lo stesso Jackson considerava al meglio incomplete.