«Nel 2009 il terremoto. Nel 2011 il Parlamento italiano vota una legge per conferire aiuti alle aziende delle aree colpite dal sisma; negli anni a seguire le imprese si adeguano e, applicando la legge, utilizzano le agevolazioni; il 14 agosto del 2015 la Commissione europea dichiara che la procedura per il conferimento degli incentivi non è stata corretta. Oggi, 7 anni dopo, con la nomina di un commissario ad acta da parte del Governo sono partite le procedure di recupero degli aiuti, in un’unica soluzione e per di più aumentati di interessi e sanzioni. Tutto qui e tutto vero, per quanto incredibile». È lo stralcio di una lettera che il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi (FdI), e il vice presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli (Pd), hanno inviato nelle scorse settimane al premier Paolo Gentiloni e a decine di deputati e senatori.

A NOVE ANNI dal devastante terremoto e alla vigilia di Pasqua, la città capoluogo d’Abruzzo è in subbuglio. È mobilitazione perché il governo vuole recuperare, e in fretta, gli aiuti concessi e ritenuti illegali dall’Ue, che ha aperto una procedura d’infrazione, ritenendo che si trattasse di «aiuti di Stato». In questi giorni è partita la notifica di cartelle a raffica con importi stellari, con intimazione di restituzione delle somme entro 30 giorni. Ma L’Aquila non ci sta ed è pronta a tornare a protestare, con iniziative anche clamorose, come quella dei blocchi stradali, per scongiurare versamenti milionari «che metterebbero in ginocchio un territorio già colpito al cuore».

Nella missiva scritta da Comune e Regione viene puntualizzato che «questa vicenda rappresenta una sconfitta pesantissima per lo Stato italiano, poiché renderà vani gli enormi sforzi di ricostruzione messi in campo. Una trappola perfetta – viene sottolineato da Biondi e Lolli – con le imprese che hanno avuto l’unica colpa di beneficiare di una legge dello Stato. Una questione da 75 milioni di euro (escluse multe e sanzioni, ndr), che coinvolge centinaia di aziende che, sul lastrico, non potranno far altro che avviare procedure di crisi, chiudere e abbandonare questi luoghi. La situazione sta precipitando… proprio adesso che nelle nostre strade iniziava a tornare la vita». «Abbiamo chiesto – spiega il primo cittadino dell’Aquila – che la faccenda torni nel dibattito politico; che lo Stato trovi la forza di riaprire la trattativa con l’Europa; che il governo sospenda la nomina del commissario e le procedure di recupero affinché la ricostruzione di questa città, una bella pagina di storia, non si trasformi nel grande inganno. Ci batteremo con ogni mezzo; non molleremo».

DIVERSE LE IMPRESE che hanno presentato ricorso al Tar contro la nomina del commissario. L’udienza è stata fissata, a L’Aquila, per il prossimo 18 aprile. Lolli, invece, ha convocato per il 4 aprile prossimo un summit con i soggetti interessati per «definire le urgenti azioni di mobilitazione istituzionale, giuridica e politica necessarie a contrastare le attività già avviate dal commissario straordinario». La neo deputata del Pd, Stefania Pezzopane, invoca l’intervento dell’attuale governo, di quello che si formerà, nonché del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. Poi invita alla contestazione. «L’ho fatto già una volta, beccandomi anche una denuncia – afferma in una nota -, e sono pronta a tornare sull’autostrada con i sindaci del ‘cratere’, i cittadini e i rappresentanti delle categorie di settore per bloccare questa assurda ingiustizia. Sto ricevendo telefonate da ieri da parte di imprenditori disperati. Sono convinta che debba pagare chi non ha fatto il proprio dovere, politici e burocrati che hanno sbagliato».

UN’INTERPELLANZA parlamentare per chiedere al governo di «attivarsi con la massima urgenza, sollecitudine e risolutezza» in Europa per «riaprire le negoziazioni sulla procedura d’infrazione» porta anche la firma dei senatori Gaetano Quagliariello (Idea), Alberto Bagnai (Lega) e Nazario Pagano (Forza Italia). Obiettivo, incalzare una «corsa contro il tempo per scongiurare gli effetti disastrosi di una decisione iniqua».