Con una lettera aperta intitolata «Prendere la mira giusta» e pubblicata sul sito de La libreria delle donne di Milano, la filosofa e femminista Luisa Muraro ha chiesto alle ministre Teresa Bellanova (Agricoltura) ed Elena Bonetti (Pari Opportunità), che fanno parte di Italia Viva, «Di non prestarsi alle dubbie manovre di Matteo Renzi. Il passato – continua Muraro – non parla in suo favore. In ogni caso, non lasciate che sia lui a parlare e decidere per voi. Non siete ministre a disposizione di Matteo Renzi, siete ministre del governo in carica, che può e deve migliorare la sua politica: date il vostro contributo, lo sapete fare. Vi chiediamo, in sostanza una prova della vostra indipendenza dalla politica che mira al potere. Mirate alla libertà femminile e al bene comune».
La lettera è del 31 dicembre scorso e mi è ronzata in testa di giorno e di notte, tormentando il mio sonno, pungolando il mio inconscio (sempre lo stesso di Wanda Veltroni e chi mi legge abitualmente sa a cosa mi riferisco), quasi come se fossi io una delle due ministre chiamate in questione, accidenti. Mi auguro che le parole di Muraro stiano facendo lo stesso effetto anche su Bellanova e Bonetti perché mai come in questo momento abbiamo bisogno di donne che decidano con la loro testa e il loro sentire e non secondo le disposizioni di un capo che, sempre come dice Muraro, non le chiama nemmeno per nome, ma minaccia di usarle, e qui sono parole mie, come se fossero roba sua, armi da guerra o utensili da guerriglia, pedine da dama (il gioco) o aggeggi di potere.
Che poi, più che un capo, il mio solito inconscio malandrino mi fa vedere Renzi come un capetto che molto assomiglia a quei bulletti di provincia che si gonfiano il pettuccio facendo lo struscio su e giù per la via principale del paese, gonfi di orgoglio per quel mirabolante duevirgolaottopercento di consensi che gli assegnano i sondaggi, cosa che, sempre pensando allo struscio di paese, equivale a dire che si girano a guardarlo forse in tanti, ma lo stimano davvero meno di tre persone su cento, che è davvero pochino per poter pretendere di decidere le sorti di tutta una comunità.

D’ACCORDO, i sondaggi non sono oro colato e al giorno d’oggi la popolarità di un personaggio è molto inquinata dalla propaganda, dalle commistioni di interessi, da quanto ti vedono e parlano di te sulle pubbliche piazze mediatiche. Però è anche vero che Renzi è stato capace di precipitarsi con le sue stesse mani dal quarantapercento al pocomenoditre, una dotazione che con le leggi elettorali di oggi non gli permetterebbe nemmeno di entrare in parlamento.

TUTTO CIO’ QUALCOSA vorrà dire, per esempio che gli italiani ogni tanto sanno ridestarsi dagli incantesimi. Ma niente, quando un moscerino si sente Napoleone è inutile illudersi di cambiarlo, bisogna lasciarlo al suo destino, o a un ottimo psicoanalista, sempre che lui abbia voglia di andarci, e proprio qui sta il potenziale delle due ministre che ora hanno la formidabile occasione di mostrare che non sono a disposizione di un capo, ma che hanno autonomia di pensiero e idee per migliorare governo e Paese. Muraro, dicendo loro «Date il vostro contributo. Lo sapete fare», parla anche a tutte le donne. È un’esortazione importante perché indica un cambio radicale del fare e pensare la politica: dare un contributo anziché obbedire a giochi e lotte di potere; essere consapevoli di saperlo fare. Tutto ciò equivale a darsi autorità e autorevolezza perché le donne non sono ancelle obbedienti, ma potentati politici capaci di prendere la giusta mira.

mariangela.mianiti@gmail.com