Per testimoniare la forte considerazione in cui Israele tiene i rapporti con il presidente Abdel Fattah El Sisi, il ministro degli esteri Yair Lapid ieri ha restituito all’Egitto reperti archeologici preziosi «presi» non precisamente in prestito da Israele durante la sua occupazione militare della penisola del Sinai. «Da un punto di vista di politica e sicurezza il consolidamento delle relazioni con l’Egitto è di grande importanza per Israele», ha fatto sapere Lapid prima di volare al Cairo per dare inizio a una visita che vuole stringere ad ogni livello i legami con la leadership egiziana. E ha trovato una accoglienza calorosa al palazzo Al-Ittihadiya dove ha incontrato El Sisi e il capo della diplomazia egiziana Sameh Shoukry.

I due hanno discusso del programma nucleare iraniano – ma non di quello segreto di Israele sul quale un tempo l’Egitto puntava la sua attenzione -, di politica regionale, degli Accordi di Abramo ma più di tutto di Gaza, dove l’Egitto è tornato a giocare un ruolo di primo piano che va oltre la mediazione tra lo Stato ebraico e il movimento islamico Hamas per una tregua a lungo termine. Il completamento e l’inaugurazione a inizio settimana del Muro eretto da Israele intorno a Gaza ha sigillato ermeticamente, persino più di prima, quel lembo di territorio palestinese – definito da tanti una «prigione a cielo aperto» per i suoi due milioni di abitanti – ed El Sisi sembra sempre più aperto all’idea di una amministrazione egiziana indiretta dell’area allo scopo di tenere sotto controllo Hamas.

Lapid ha presentato il suo piano «Economia per la sicurezza», un’idea certo non nuova di promuovere la calma lungo le linee tra Israele e Gaza in cambio del miglioramento delle condizioni di vita nel piccolo territorio palestinese. Il Cairo guarda con favore al piano di Lapid ma fino a un certo punto, perché a sua volta intende far leva sull’economia per tenere Gaza sotto il controllo. Al centro dei colloqui è stata anche la questione di due cittadini israeliani detenuti da Hamas – si tratta di Abera Mengistu e Hisham al-Sayed – e delle salme dei soldati israeliani Oron Shaul e Hadar Goldin caduti in combattimento durante l’offensiva israeliana contro Gaza del 2014.

«L’Egitto è un partner strategico particolarmente importante per Israele. Ringrazio il Presidente El-Sisi, il cui contributo alla regione e alle nostre relazioni è di proporzioni storiche, per la sua ospitalità e per un incontro cordiale e aperto. Non vedo l’ora di continuare il dialogo tra di noi», ha dichiarato Lapid, sorridente, al termine degli incontri. Parole che confermano il netto miglioramento delle relazioni tra Israele e l’Egitto. Il governo israeliano vuole la calma a Gaza concedendo poco o nulla agli abitanti palestinesi che reclamano libertà e la fine del blocco israeliano. El Sisi da parte sua, attraverso Israele tenta di riguadagnare la posizione di primo piano nelle dinamiche strategiche regionali perduta dopo gli Accordi di Oslo del 2020 tra Tel Aviv e quattro paesi arabi.