Il riferimento è la Piovra – e né gli sceneggiatori Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli, né i produttori Carlo Degli Esposti e Nicola Serra con Max Gusberti, negano le affinità. Certo è che Maltese. Il romanzo del commissario la nuova fiction in quattro serate evento su Raiuno da lunedì 8 maggio, rappresenta un salto di qualità nella media del racconto seriale, almeno così come viene inteso dalle parti di viale Mazzini. Sia per la cura nella scrittura che nella scelta del cast e del protagonista, Kim Rossi Stuart che entra nel personaggio in punta di piedi, in un lavoro di sottrazione fatto di sguardi e di sfumature. Il suo commissario opera nella Trapani del 1976, dove si trasferisce per indagare sull’omicidio del suo precedessore, amico di infanzia e si troverà a fare con la mafia che si sta trasformando, grazie all’enorme quantità di denaro che le arriva dal traffico di eroina.

Un antieroe di cui viene mostrata – come spiega Tinni Andreatta, direttore di Raifiction: «la solitudine della moralità». Quello di Maltese è un ritorno nella città dove era fuggito vent’anni prima dopo la morte del padre: «Io di solito – spiega Rossi Stuart – mi misuro con i personaggi in maniera diversa. Sono portato a ponderare su tutto, fino alla noia. Per questa serie ci siamo accordati due anni prima, quando stavo lavorando al mio film. Mi sono trovato con la sceneggiatura in mano a poche settimane dall’inizio delle riprese e ne sono rimasto spiazzato, un magnifico macigno che ha costretto a ripensare al mio modo di lavorare in tv. Pensavo ad un set più riposante, invece no: mi sono trovato di fronte a un personaggio complesso. Un essere umano disposto a mettere in gioco la sua vita, non in base al narcisismo, ma per una spinta misteriosa che porta le persone a sacrificarsi». L’attore romano si è ispirato a Ninni Cassarà, il poliziotto ucciso nel 1985 da Cosa nostra: «Mi sono ritrovato in lui, un esempio così alto e commovente, un modo di operare quasi liturgico oserei dire, ma ho trovato anche foto di Borsellino e Falcone che mi hanno toccato molto. Mi sono chiuso nel mio studio e ho studiato le loro vite, e ho rivisto anche la Piovra. Resta un capolavoro ancora oggi».

Francesco Scianna è Mauro Licata, un giornalista che combatte la mafia attraverso i suoi articoli: «Mi ha aiutato molto il confronto con la figura di Mauro Rostagno, la parte più difficile è stata restituire la sua integrità, la sua umanità». Al suo fianco è Elisa Rispstein (Rike Schmid), fotografa tedesca nella finzione ma che in realtà si ispira alla figura di Letizia Battaglia che nelle sue istantanee ritraeva una Sicilia martoriata e povera. Un altro personaggio femminile complesso è quello interpretato da Valeria Solarino, Giulia Melendez: «Una donna – sottolinea l’attrice – schiacciata dalla famiglia, la più facoltosa di Trapani. Il suo silenzio è la ribellione».

Secondo Degli Esposti: «I personaggi di questa serie somigliano agli operatori che lavorano sulle navi delle Ong che in questi giorni vengono infangati. E gli articoli del film che cercano di fermare Maltese somigliano a chi infanga quelle Ong».