Un uomo come tanti che giunto alle soglie della maturità ripercorre la sua vita, considerandola insignificante, vuota, infelice, scandita da scelte dettate dalle convenzioni sociali più che dal proprio desiderio. Nella consueta passeggiata dopo il pranzo è assalito dai ricordi della sua infanzia gioiosa, interrotta dalla decisione paterna di iscriverlo a una scuola professionale mediocre. Anni amari, quelli passati a imparare partite doppie, contabilità, gestione aziendale. L’unica fuga dalla noia sono i libri di avventure in paesi esotici, dove il gioco infantile del rispecchiamento gli fa indossare, nelle sue fantasie, armature da cavaliere senza macchia e senza paura che combatte le ingiustizie del mondo. Poi arriva l’apprendistato in un grande magazzino, uno dei primi della Londra diventata metropoli capitale di un impero globale. Fa gruppo con altri giovani. Leggono tutti, si ubriacano appena possono, sperando così di deragliare dal tracciato per loro definito dalla rigida divisione in classi della società inglese. Sono figure anonime di una folla che popola le vie di Londra. Fanno l’esperienza bruciante delle gerarchie di lavoro verso le quali è prevista solo una cieca obbedienza.

LA STORIA DI MR POLLY di Herbert G. Wells (Meridiano Zero, pp. 199, euro 14) e Fiamma Viva (Edizioni della Sera, il manifesto del 12 luglio 2017) sono romanzi che aiutano a comporre il puzzle di un autore famosissimo in vita come divulgatore scientifico, intellettuale impegnato e romanziere di fantascienza baciato dal successo di vendite. Tanto Mr. Polly che Fiamma Viva hanno molti elementi autobiografici, perché Wells ha fatto il commesso in un grande magazzino, è stato commerciante e, soprattutto, ha insegnato molti anni in piccole scuole private di provincia. Una vita scandita dall’obiettivo di uscire da uno stato di necessità economica e dalla passione per la scienza. Conseguì infatti una laurea in zoologia e biologia, discipline che utilizzerà molto nei suoi «romanzi scientifici».

Finora di Wells si è parlato de L’isola del dottor Moreau, L’uomo invisibile, La guerra dei mondi, La macchina del tempo, considerati fondanti della science fiction moderna per la loro capacità di accentuare alcune tendenze della ricerca scientifica di inizio Novecento, proiettandole nel futuro assieme a tematiche decisamente sociali. Wells è inoltre un agit-prop di Charles Darwin. Scrive in difesa della teoria dell’evoluzione nelle rubriche che tiene per riviste letterarie e scientifiche in alcuni magazine dove collabora per rimpinguare i bassi salati percepiti con l’insegnamento. Organizza incontri per presentare l’opera di Darwin al pubblico, sottolineando la compatibilità dell’evoluzione con la religione, a differenza di molti religiosi che considerano le teorie di Darwin come il tentativo di negare l’esistenza di Dio. Nei suoi scritti, la scienza è sempre uno strumento per migliorare la società inglese.

LA TENSIONE PEDAGOGICA della sua attività di insegnante e di «giornalista» è inoltre evidente nei romanzi di successo. La guerra dei Mondi è scandita da accurate descrizioni dei sistemi di arma allora esistenti e del funzionamento dei veicoli che consentono agli alieni di spostarsi velocemente sul terreno. Un eguale rigore descrittivo è nel romanzo dedicato alle attività del dottor Moreau, che vede il protagonista assistere prima meravigliato poi sgomento agli esperimenti di manipolazione del corpo umano per ibridarlo con altri animali al fine di produrre nuove e potenti specie viventi. Tutto è fantasioso nel libro, ma le annotazioni biologiche e zoologiche non hanno nulla di immaginifico. Wells trasuda positivismo e una fiducia cieca nella scienza di restituire i misteri della natura e vita. L’unico limite posto è quello di non sostituirsi a Dio.

La religiosità di Wells è però secolarizzata. È poco propenso a seguire i dogmi sia della chiesa anglicana che di quelle riformate. Ha infatti uno stile di vita non convenzionale, al punto di concordare con la seconda moglie l’«apertura» della coppia ad altre esperienze sentimentali. Si iscrive alla Fabian Society, professa idee socialiste come critica romantica alla massificazione della società borghese. Il suo socialismo è cioè caratterizzato dal rimpianto della figura dell’artigiano in via di estinzione perché sostituito dalla fabbrica e dal lavoro operaio.

Nelle sue peregrinazioni mentali Mr. Polly dialoga fantasmaticamente con chi fustiga la società capitalista. Ci sono infatti pagine dedicate all’intelligenza collettiva e agli impedimenti posti alla sua manifestazione dalla grande industria in formazione. Il riferimento è al primo libro del capitale, anche se mediato dalla sua ricezione inglese, dove Marx per molti anni è stato letto e interpretato in continuità con le tesi dei cartisti e dei fabiani.

GLI ARTIGIANI di Mr. Polly, così come Job Huss, l’insegnante protagonista di Fiamma Viva hanno la stessa attitudine e stile di vita ai quali un altro grande utopista inglese, William Morris, ha dedicato un’attenzione costante, al punto da diventare oggi una icona del pensiero ecologista e libertario. Morris proponeva la costituzione di cooperative di lavoro, di mutuo soccorso, nonché forme di vita in comune che superassero l’anomia della vita metropolitana, la divisione sessuale del lavoro e l’istituzione della famiglia: proposte che ottant’anni dopo torneranno come potenza evocatrice della rottura nelle norme «borghesi» della vita quotidiana in alcuni racconti e romanzi di Antonia Byatt, in particolare Il libro dei bambini (Einaudi). Il superamento della divisione tra lavoro intellettuale e manuale durante la produzione di un’«opera» è il filo rosso della trilogia di Richard Sennett sul «lavoro artigiano».

WELLS, nonostante l’iscrizione alla Fabian Society e l’interesse verso la Russia rivoluzionaria, non ha però messo mai in discussione la vocazione imperiale, civilizzatrice dell’impero inglese. La sua bestia nera era la massificazione della società borghese. I personaggi di Mr. Polly, ma anche di Fiamma Viva, denunciano gli ingranaggi, le convenzioni della nuova società. La metropoli è la città della solitudine, una trappola che non consente di rompere la gabbia della mediocrità: è il regno dell’ipocrisia e del conformismo. Non è infatti un caso che la location dei suoi romanzi non scientifici sia la campagna inglese, lo spazio per una rinnovata autenticità che la grande città non poteva consentire. Il mondo rurale è anche il luogo di un’attitudine virile verso la realtà, attraverso l’esaltazione del lavoro manuale e del potere performativo del diritto consuetudinario, uno scudo per proteggere il singolo dai soprusi dei potenti dalle meschinità di una piccola borghesia destinata alla scomparsa.

L’ESALTAZIONE della vita semplice in campagna e della virilità insita nel lavoro manuale sono una evidente contraddizione rispetto la fiducia nella scienza come strumento di liberazione dalla necessità. Ma Wells è stato un personaggio contraddittorio. Il cavaliere senza macchia e senza paura che popola i sogni di Mr. Polly solo lontano dalla società di massa può fare sfoggio della sua armatura. Soltanto lontano dalla società borghese ha una funzione consolatoria rispetto il carattere tellurico del capitalismo industriale.

Un’illusione, quella di Wells, così come illusoria è la fiducia nell’insegnamento in quanto fabbrica di uomini di carattere. Quello dello scrittore inglese non è il tempo della dialettica dell’illuminismo. Per apprenderla ci vorrà un pianificato sterminio di milioni di uomini e donne e una guerra mondiale paragonabile per intensità a quella dei mondi descritta anni prima proprio da Wells prima di entrare nella discussione pubblica.
L’illusione di un mondo ritrovato negli interstizi di un panorama identico a se stesso può tuttavia dare conforto rispetto la grande trasformazione che porterà al tramonto dell’impero inglese. La nostalgia del passato, d’altronde, non è prerogativa solo dei sopravvissuti alle forze della modernità. È un sentimento diffuso, anche tra chi ha per una stagione vagheggiato il regno della libertà e che poi si ritrova, in nome di quel sogno, a inseguire l’incubo della ripetizione del sempre eguale.