Il ministro del lavoro Luigi Di Maio «spera» che non sia necessario mettere la fiducia per approvare il decreto dignità alla Camera entro la fine della prossima settimana. L’arrivo del testo in aula ha già subìto uno slittamento di due giorni – era previsto martedì 24, ora è giovedì 26 – a causa delle pressioni sul presidente della Camera Fico da parte delle opposizioni che hanno protestato contro i tempi iper-contingentati imposti dalla maggioranza giallo-verde. La fiducia alla Camera è data quasi per certa perché il «decreto dignità» dovrà essere approvato dal Senato entro la pausa estiva nella settimana precedente Ferragosto dagli emendamenti. Il governo ha bisogno, urgentemente, di questo provvedimento in vista della manovra in autunno.

Di Maio ieri ha vincolato la decisione al numero degli emendamenti presentati dalle opposizioni. Dal parlamento si aspetta «un atteggiamento costruttivo», «se cominciano a fare due o tremila emendamenti allora a quel punto inizia l’ostruzionismo e mi dispiace». Le modifiche «devono essere migliorative». Gli emendamenti, in realtà sono 890 e saranno votati da martedì prossimo. Dalle opposizioni arrivano critiche sia alla scelta del decreto, sia sul contingentamento dei tempi della discussione. Pd e Forza Italia hanno presentato emendamenti per eliminare l’aggravio contributivo pari a 160 euro (calcolo di Assindatcolf) per chi assume baby sitter, colf e badanti. Sarebbe questo uno degli effetti dell’aumento contributivo dello 0,5% per il rinnovo dei contratti a termine. Le imprese sarebbero esentate, le famiglie no.

Nel pacchetto di una trentina di modifiche concordate da M5S-Lega c’è una stretta sui contratti a termine già in corso scatterà solo a ottobre. Si eviterà così di creare effetti sui contratti che scadono in estate. Riviste anche le norme sulla somministrazione con l’eliminazione delle causali dai contratti stipulati dalle agenzie, esclusi gli intervalli tra un contratto e l’altro. Previste multe per la somministrazione fraudolenta nel calcolo del 20% dei contratti a termine che una azienda può stipulare rispetto alla sua forza lavoro complessiva. Esteso alle assunzioni di under 35 nel 2019 e nel 2020 il bonus del 50% dei contributi che dal prossimo anno sarebbe valido solo per le assunzioni di under 30. ro. ci.