Odio sempre più nero. Le statistiche del Bundeskriminalamt (Bka), ufficio criminale federale, e del Bundesamt für Verfassungsschutz, il controspionaggio di Berlino, sono impietose e inquietanti. Nel 2011 gli episodi di intolleranza nei confronti degli stranieri erano stati 18, nel 2014 se ne sono registrati 198, ma fino al 7 dicembre scorso sono diventati ben 817.
Sempre il Bka fotografa la matrice neonazista e xenofoba degli attacchi agli Asylheim tedeschi: erano 895 nel 2014, sono lievitati a 1610 fino al 28 novembre 2015. La mappatura geografica segnala inoltre come Sassonia, Mecleburgo-Pomerania, Baviera e l’area del Reno siano la trincea di una sorta di guerra contro gli stranieri. Un fronte lungo e aperto, che nemmeno la cancelliera Angela Merkel sottovaluta nella gestione di 1,5 milioni di profughi presenti nella Bundesrepublik.
Il nuovo anno è cominciato nello stesso modo: 5 aggressioni in 4 giorni. Il 1 gennaio a Merseburg (33 mila abitanti, in Sassonia-Anhalt) circa 20 persone hanno esploso razzi contro il campo profughi e i poliziotti schierati a difesa. Una bottiglia di birra è stata lanciata contro gli agenti preceduta da cori razzisti. Tre i denunciati, mentre contro la sistemazione dei profughi sono state ben 57 le manifestazioni di protesta in tre mesi.
Il giorno dopo a Gräfenhainichen (12 mila residenti, sempre in Sassonia-Anhalt) il centro profughi è stato assaltato per l’ennesima volta con salve di pietre sulla porta del palazzo Grinder.
Infine il 3 gennaio a Pirna (37 mila abitanti in Sassonia) gli aggressori hanno preso a bottigliate alcuni rifugiati siriani. Il bilancio è stato di un ferito grave, mentre i responsabili si sono dati alla fuga.
La novità recente è rappresentata dalle dimostrazioni anche all’interno dei “mercatini” di Natale soprattutto nell’ex Ddr.
Se Pegida a Dresda è la punta dell’iceberg xenofobo, altrove occorre fare i conti con il razzismo strisciante di chi non vuole donne velate, kebab e moschee come a Berlino-Kreuzberg.