Il segretario della Fiom Maurizio Landini ha ribadito le ragioni di un’interlocuzione diretta con il presidente del Consiglio Matteo Renzi in un’assemblea popolare organizzata dalla Rete Via Maestra a Marzabotto il 30 marzo. «A Roma mi ha fermato una famiglia in macchina chiedendomi di dare una mano a Renzi per cambiare questo paese». Sul Jobs Act» Landini ha rinnovato la critica sulla liberalizzazione dei contratti a termine e sulle nuove regole dell’apprendistato. E ha precisato: «Bisogna cambiarlo. Ma se dico solo questo non basta. Ci sono milioni di persone, giovani e tante volte non più giovani, che non sanno cos’è un contratto. E se dici che bisogna cambiare, ma non gli offri un’opportunità di avere un lavoro, anche se cambi la legge a lui non cambia nulla». Sugli 80 euro netti in busta paga per il lavoro dipendente, Landini ha riconosciuto di non essere mai riusciti, in tanti anni di contrattazione, a raggiungere questo risultato. «In alcuni casi ci ho messo tre anni per far avere 80 euro lordi». «Il problema è cosa facciamo noi. Abbiamo dovuto aspettare Renzi per aprire la questione del fisco e sul fatto che c’è una parte del paese che paga per gli altri?». Per Landini in Italia esiste un desiderio di cambiamento che Renzi interpreta. «A volte questa domanda rischia di essere autoritaria, ma se tu non sfidi sul terreno dei contenuti rischi di non essere capito dalle persone, sia Renzi che altri». Il presidente del Consiglio intende farlo «saltando i corpi intermedi». «E non lo vuole fare saltando solo i sindacati – ha aggiunto Landini – ma anche il parlamento. Dice che lui rappresenta i cittadini, cosa che non fanno i corpi intermedi. Di fronte al tentativo in atto che ha una forza perché la gente ha problemi ai quali nessuno ha dato risposte, oggi non si risponde solo chiedendo un tavolo ed essere riconosciuti. O sei rappresentativo oppure ti rullano».