La Fiom torna oggi al confronto con la Fiat sul contratto, ma con un tavolo ancora separato rispetto agli altri sindacati. Per questo, il segretario generale Maurizio Landini, ieri ha chiesto che ci sia «un unico tavolo di trattativa nel rispetto della sentenza della Corte Costituzionale» che ha riconosciuto al sindacato dei metalmeccanici della Cgil il diritto di rientrare negli stabilimenti del Lingotto. «Serve un’unica sede di confronto, e bisogna ripristinare normali relazioni sindacali riconoscendo alla Fiom gli stessi spazi e gli stessi diritti che hanno gli altri sindacati – dice ancora Landini – Per ottenere questo obiettivo, tutte le strade sindacali e giuridiche sono aperte» sia nei confronti dell’azienda che delle altre organizzazioni sindacali. Per il settore dell’auto, rileva Landini, «non c’è Paese al mondo dove non si veda un ruolo pubblico»: per questo la Fiom chiede che sia lo stesso premier Enrico Letta a convocare un tavolo a Palazzo Chigi. Dopo la salita del Lingotto al 100% di Chrysler «è necessario un confronto chiaro sugli investimenti in Italia: non conosciamo i futuri prodotti, né quali prospettive ci sono per marchi come l’Alfa». Per la Fiom, infine, «restano altri nodi aperti, come per Termini Imerese e Irisbus: Fiat non può considerarle vicende chiuse scaricando i problemi sui lavoratori e sul Paese».