Landa, Rui Costa, Rolland, Sanchez. Bisogna salutarli tutti un’altra volta, questi quattro, che ormai da settimane ogni giorno si dannano la vita incuranti di quello che succede in gruppo. Arrivano stremati; pure, spesso, sconfitti; ma in cuor loro sanno già che anche domani si riparte all’arrembaggio. Un micromondo di fuggiaschi, soggetto a regole che non sono le stesse in vigore tra i “grandi”, e che dal di fuori può anche sembrare un mondo matto.

Ma chi sono i matti? I paisanos che popolano Pian della Tortilla, in perenne ricerca di un giaciglio, fosse pure la galera, e che brigano per un gallone di vino, o i grandi che abitano più a valle, e che hanno scaraventato tutta la nazione nella crisi per via dei capricci di Wall Street? Oggi Pian della Tortilla era in vetta a Pianvacallo. Mikel Landa per due volte sul traguardo era rimasto fregato per un’unghia. Eppure si è mosso anche stamani, e per non sbagliare questa volta sul traguardo ci è arrivato solo, così trovando il tempo per una lunga dedica a Scarponi.

Nel frattempo, ai piani alti, si svolgeva una vicenda più feroce. Dopo tanto dargli la caccia su e giù per le montagne, è andata a finire che la farfalla si è incastrata da sola nel retino. Tappa divisa in due: salite non troppo impegnative dopo la partenza da San Candido, poi pianura e infine nuova impennata, questa più severa. Nella discesa dal primo colle Doumulin si distrae, gli uomini di Nibali e Quintana fanno il diavolo a quattro, e la maglia rosa rientra sbuffando solo grazie agli interessi convergenti di altre squadre. Nel fondovalle verso Piancavallo ci si rilassa un po’, tanto da far pensare ad un pericolo scampato. E a dir la verità anche l’ascesa comincia in apparente calma.

Non sono infatti gli sfidanti a staccare la maglia rosa, è più la strada che la respinge indietro. Nessuno ha la forza per assestargli il colpo decisivo, eppure Doumulin scivola sempre più indietro, fin quasi al naufragio. Più che farlo saltare per aria, che mancava a tutti l’energia, lo hanno scavato poco a poco.

Quintana torna così a vestirsi di rosa dopo una giornata tutt’altro che brillante; Nibali lo tallona con qualche secondo di ritardo, ma allo stremo delle forze; Doumulin, sconfitto, terzo nella generale ma ancora favorito per via della cronometro di domenica; Pinot pare il più pimpante, però in classifica è anche il più lontano. E domani si arriva in cima all’altopiano, con il Monte Grappa in mezzo che, dice Pellizzotti, «fa paura a guardarlo».