A poche settimane dalla riapertura delle scuole si riaprono le polemiche sulla legge sui vaccini: l’Anci, l’associazione dei comuni italiani, ieri ha chiesto al governo una procedura «standard» che renda semplice applicare le nuove regole perché «non si può scaricare sulle spalle del personale delle istituzioni scolastiche comunali o su quelle dei genitori il compito di raccogliere autocertificazioni e certificazioni che peraltro chi riceve non è in grado di valutare». In poche parole, si chiede che siano direttamente le Asl e le scuole a comunicare tra loro, scambiandosi le liste degli iscritti e di chi ha già fatto le vaccinazioni, compito che dovrebbe essere immediato in una pubblica amministrazione digitalizzata.

UNA PROCEDURA CHE in effetti è prevista dalla stessa legge, ma solo a partire dall’anno scolastico 2019-2020, e cioè tra due anni: il presidente dell’Anci, il sindaco di Bari Antonio De Caro, ha invece richiesto di anticipare già a quest’anno la messa in carico di questo onere ad Asl e istituti scolastici. «La verifica tocca alle Asl» che «sono già in possesso della certificazione», insiste De Caro.

La proposta è condivisa dalla ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, che ha confermato di aver dato disposizioni in dettaglio ma non ha ancora anticipato la messa in vigore del nuovo sistema così come chiesto dall’Anci: «Proprio oggi (ieri per chi legge, ndr) abbiamo inviato una circolare agli istituti scolastici per fornire indicazioni operative e chiarimenti sull’attuazione della norma e dare supporto a tutti i soggetti coinvolti», ha spiegato.

LE CIRCOLARI DIFFUSE ieri dai ministeri della Salute e dell’Istruzione chiariscono alcuni punti che evidentemente erano controversi o non erano stati compresi a pieno, incluso il divieto assoluto di ingresso negli asili nido e nelle materne dei bimbi non vaccinati, obbligo esteso anche alle scuole primarie, medie e superiori, ma che di fatto le famiglie possono aggirare sobbarcandosi la multa prevista (molto bassa: dai 100 ai 500 euro). Dai sei anni in su, infatti, è necessario garantire anche il diritto all’istruzione, dunque l’accesso a scuola non potrà essere negato.

Contrariamente alle speranze di qualche genitore «no vax», quindi, il semplice pagamento della multa non basterà per poter iscrivere a nidi e materne il proprio bambino, mentre per la scuola dell’obbligo l’iscrizione resta possibile. Per essere esonerati invece servirà un certificato del pediatra o del medico di base, che certifica la già avvenuta immunizzazione o l’impossibilità (per motivi di salute) a vaccinarsi.

«LA SANZIONE ESTINGUE l’obbligo della vaccinazione – si legge in una delle circolari del ministero della Salute – ma non permette comunque la frequenza, da parte del minore, di nidi e materne, sia pubblici che privati, non solo per l’anno di accertamento dell’inadempimento, ma anche per quelli successivi, salvo che il genitore non provveda all’adempimento dell’obbligo vaccinale».

Per i genitori che invece invece hanno già vaccinato i propri figli almeno per quest’anno sarà necessario portare il certificato di vaccinazione a scuola, mentre quando la riforma sarà a regime Asl e istituti dovrebbero «parlarsi» autonomamente, scambiando le informazioni (come appunto chiede l’Anci). Entro il 10 settembre la documentazione va portata a nidi e materne, mentre il termine per le altre scuole è il 31 ottobre. Per chi opterà per l’autocertificazione c’è tempo poi fino al 10 marzo per portare i documenti ufficiali. Chi invece deve recuperare delle immunizzazioni dovrà portare almeno la prenotazione alla Asl.

SE UNA ASL ACCERTA che un bambino non è in regola, convoca la famiglia e invita a vaccinare, consegnando anche materiale informativo. Se i genitori non rispondono, vengono riconvocati con una raccomandata in cui li si invita a un colloquio. Se i genitori non si presentano o comunque dopo aver fatto il colloquio non vaccinano, viene contestato l’inadempimento dell’obbligo vaccinale e sarà comminata la sanzione da 100 a 500 euro. La sanzione non sarà comminata ogni volta all’inizio di ciascun anno scolastico se la violazione resta la stessa. Caso diverso è se la violazione riguarda un altro vaccino. Il divieto a frequentare, come detto, scatta solo per nidi e materne.