Andrea «Murdock» Alpini (classe 1985) è subacqueo e istruttore tecnico. Si immerge dal 1997 in circuito aperto in acque marine e lacustri prediligendo i relitti, storici o moderni. Organizza immersioni in luoghi insoliti e spedizioni subacquee su relitti. Documenta le immersioni con video, immagini e report.
Il sogno della ricerca di navi affondate penso sia di ogni bambino, come la caccia al tesoro, i pirati e l’avventura. A lei cosa ha fatto venire questa passione?
Il mio sogno è nato con tre elementi: videocassette del National Geographic che raccontavano le avventure e le esplorazioni di J. Y. Cousteau in primis e poi la lettura di un volumetto per bambini che raccontava di grandi fatti avvenuti nel mondo. Tra questi vi era il racconto per immagini dell’affondamento del transatlantico Andrea Doria. Infine l’enciclopedia didattica illustrata della scoperta delle Americhe di Cristoforo Colombo. Un fascino enorme. Ho consumato le pagine e la videocassetta dopo averla riavvolta all’infinito.

Cos’è un relitto?

Un relitto in genere è un manufatto costruito dall’uomo che ha perso sia la sua funzione originaria che la sua destinazione d’uso e oggigiorno si trova sul fondo dell’oceano, del mare o di un lago. Un relitto non è soltanto una nave o ciò che ne resta. I relitti sono manufatti vivi, cambiano e mutano nel tempo. Giacciono in acque limpide o torbide, sotto la sabbia o parzialmente affioranti. I relitti sono testimoni del passato, intrecciano storie di epoche e di vite umane, essi hanno la funzione sociale di trasmetterci il passato per comprendere il presente e una possibile linea di impostazione del futuro culturale.

Cosa significa visitarne uno?

Visitare un relitto per un subacqueo può avere molteplici significati. I relitti sono infatti leggibili a «strati», ovvero possono essere semplici immersioni di diletto o di esplorazioni vere e proprie. Immergersi su un relitto è come essere invitato a cena per la prima volta, vai, ti siedi al tavolo, ascolti. Non capisci tutto ma sai che vuoi tornarci e capirne di più. I relitti sono loro che «chiamano» e determinano quanto capirai di ciò che stai guardando. Sono magnetici, ti attraggono, ti stregano, creano un’empatia unica con il subacqueo che sa coglierli, guardarli e rispettarli.

Dove si trovano, come si vedono?

I relitti si trovano in qualsiasi specchio d’acqua presente sulla terra. Ovviamente poi bisogna capire la natura e rilievo storico o sociale di un relitto, non tutto ciò che giace sul fondale ha un interesse preciso per cui merita fatiche e sacrifici per raggiungerlo e documentarlo. Per vedere i relitti si può o affidarsi a un centro immersioni che accompagna i subacquei su siti già noti, oppure si possono iniziare innumerevoli avventure fatte di ricerche, tempo, immersioni a vuoto alla ricerca del punto esatto di un relitto di cui si conoscono solo marginali elementi.

Quali differenze ci sono fra una nave affondata in maniera, diciamo, naturale ed una affondata appositamente?

Differenze sostanziali. Una nave se affonda per motivi «naturali» significa che può essere stata colpita durante una battaglia o essere stata vittima di un’avaria, di una tempesta, di un arrembaggio. Queste sono navi che suscitano spirito di avventura e ricerca. Un’imbarcazione affondata appositamente ha lo scopo turistico di creare parchi subacquei a tema, oppure di creare zone di ripopolamento bentonico e ittico.

Ritiene che l’operazione effettuata in Bahrein si possa definire a salvaguardia della natura?

Ritengo che la salvaguardia della natura sia un tema differente. Certo questi manufatti che vengono appositamente affondati sono bonificati e quindi hanno una gestione «controllata» in ambiente marino. Possono essere utili per attrarre vita marina che nel tempo colonizzerà i manufatti e li renderà parte integrante dell’ecosistema. Sicuramente questa operazione attrarrà un pubblico subacqueo internazionale che predilige una subacquea frivola e divertente. Operazioni simili sono state fatta anche a Malta e Gozo e funzionano molto bene per l’impatto turistico locale. La trovata del Bahrein non è da considerarsi quindi nuova sul tema se non per via della «scala», in puro stile Emirati Arabi: tutto è fuori scala, le dimensioni contano, è show business. Affondare un Boeing 747 fa parlare tutto il mondo.

Andrà a vedere quel relitto?

I miei programmi di documentazione sono orientati su relitti dal forte carattere storico. Aspetterò qualche anno ad andare in Bahrein, chissà allora il mare lo avrà colonizzato e allora non si andrà a visitare la carlinga scheletrica un aereo ma un relitto. La sua funzione sarà cambiata e ci sarà una storia da raccontare con immagini e filmati, quella di uno Stato che ha creato il più grande parco divertimenti subacqueo.