Una nuova casa, quella vecchia l’ha lasciata, si sta separando dalla moglie. E un salotto trasformato in studio dove ricevere i pazienti, così da sentirsi meno solo. Eh sì, anche gli analisti hanno i loro personali travagli. E al cliché non si sottrae nemmeno il dottor Giovanni Mari (Sergio Castellitto) che riprende
Siamo dalle parti di In Treatment, seconda stagione, figlia di un fortunatissimo format israeliano che ha generato ben 13 adattamenti in altrettanti paesi, ideato dal regista e sceneggiatore Hagai Levi. In Italia i diritti se li è aggiudicati Sky che ne ha ricavato una produzione originale, diretta da Saverio Costanzo mentre contemporaneamente stava girando Hungry Hearts (non è un caso che Alba Rohrwacher sia fra le guest star).
I trentacinque episodi ruotano ovviamente ancora intorno allo psicoterapeuta romano e alla sua variopinta fauna di pazienti. Quest’anno farà i conti con la separazione dalla moglie e il contrasto con la figlia, ma soprattutto con l’apertura di un procedimento a suo carico per negligenza professionale avviato dal padre di Dario, un suo paziente morto nella prima stagione. In suo aiuto Anna (Licia Maglietta) la sua mentore, nonché analista – supervisore, soprattutto confidente e amica. Il successo del format – l’adattamento americano è molto simile a quello italiano – è tutto nel confronto serrato fra gli attori.
Solo interni, primi piani serrati che permettono agli interpreti buone performance e una sceneggiatura solida con casi quasi tutti casi ispirati alla realtà.
Tempi serrati di lavorazione: