Italia

Lampedusa, hotspot verso lo svuotamento dopo giorni di caos

Lampedusa, hotspot verso lo svuotamento dopo giorni di caosAll'interno dell'hotspot di Lampedusa

Mediterraneo L’emergenza non sono i numeri degli sbarchi, ma la mancanza del sistema di soccorso in alto mare e la lentezza dei trasferimenti. Nel 2022 transitati dall’isola 13.220 migranti. Nello stesso periodo del 2021: 13.870

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 9 luglio 2022

«Potrebbero essere foto della Libia. Ma no, è l’Italia», ha detto ieri l’ex sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini a proposito di alcune immagini scattate nell’hotspot dell’isola. Spazzatura ovunque, bagni intasati, gente ammassata al sole e buttata per terra sui materassi. Il deputato Pd Erasmo Palazzotto ha fatto sapere che nella struttura le persone «dormono sulla propria urina con servizi igienici implosi e blatte ovunque» e «donne incinte e bambini sono a contatto con casi covid accertati». Un’umanità di scarto a cui la dignità viene negata anche dopo aver rischiato la vita nel Mediterraneo.

FINO A IERI erano oltre 1.800 i migranti presenti nel centro di Contrada Imbriacola. Tra loro almeno 200 minori non accompagnati e 100 con i genitori. La capienza è di 350/450 persone. «Il sovraffollamento della struttura rende impossibile l’accesso ai servizi di base e l’applicazione di misure minime di tutela per i minori. Non è possibile dividere gli adulti dai ragazzi o gli uomini dalle donne. La forte afa peggiora il quadro. Siamo preoccupati», afferma Lisa Bjelogrlic, coordinatrice dell’intervento in frontiera di Save The Children.

OGGI 600 PERSONE saranno trasferite con la nave San Marco della marina militare. Altre 26 sono già state portate a Roma e Pomezia con due voli charter: cittadini tunisini per i quali è pronto il rimpatrio. Domani, invece, altre unità di guardia costiera e di finanza dovrebbero completare lo svuotamento. «Non c’è motivo di far arrivare l’hotspot al collasso. Non capiamo cosa stia aspettando il Viminale a trasferire immediatamente tutte le persone e garantire la loro incolumità – attacca Palazzotto – Viene il sospetto che dietro questa situazione si nasconda una precisa strategia finalizzata a favorire una speculazione politica ed economica».

IL PORTAVOCE per il Mediterraneo dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) Flavio Di Giacomo ha visitato Lampedusa giovedì scorso, insieme a Chiara Cardoletti (Unhcr) e Anna Riatti (Unicef). «L’allarme riguarda il sovraffollamento del centro, non gli sbarchi. I numeri sono contenuti, ma si concentrano su Lampedusa perché manca un sistema di pattugliamento in alto mare. Prima i migranti venivano soccorsi al largo e poi trasferiti in Sicilia, Calabria o dove c’era spazio. Adesso tutti quelli che riescono a sfuggire ai libici arrivano sull’isola e in pochi giorni l’hotspot si intasa», dice Di Giacomo.

SECONDO I CALCOLI di Mediterranean Hope, che offre assistenza umanitaria al molo Favaloro dove sono condotti i barconi, nella prima settimana di questo mese sono sbarcate sull’isola poco più di 1.900 persone (697 dalla Tunisia, 1.212 dalla Libia). Lo scorso anno durante tutto luglio erano state 6mila, con una media di 1.500 ogni sette giorni. Dall’inizio del 2022 gli sbarchi sull’isola hanno raggiunto quota 13.220, nello stesso periodo del 2021 erano praticamente gli stessi: 13.870. «Sono numeri assolutamente prevedibili, si verificano ogni estate. Non c’è alcuna emergenza ma solo malagestione. Lampedusa non può essere il punto d’arrivo di tutti i flussi della rotta centrale. Le persone dovrebbero essere trasferite il più presto possibile», dice Giovanni D’Ambrosio, operatore di Mediterranean Hope.

PER IL NUOVO SINDACO dell’isola Filippo Mannino si ripete quanto accade da 30 anni, senza che sia cambiato nulla. «Nelle ultime 48 ore abbiamo registrato arrivi massicci di migranti mentre a causa del peggioramento delle condizioni meteo marine i trasferimenti sulla terraferma hanno subito un rallentamento», afferma. Il primo cittadino ha poi smentito il suo vice, Attilio Lucia (Lega), in merito all’incontro con la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese previsto per il 26 luglio. Secondo Lucia il ritardo sarebbe dipeso dal Viminale, ma Mannino ha chiarito di aver scelto lui quella data.

IL LEGHISTA DI LAMPEDUSA ha anche fatto sapere di essere a stretto contatto con Matteo Salvini che a breve dovrebbe fargli visita. Ma il leader del Carroccio non potrà andare oltre un selfie con un cous cous di pesce e verdure, piatto tipico locale, e le solite dichiarazioni di facciata. Proprio quelle che fanno più male alla causa dell’isola. Sono le narrazioni allarmistiche a impedire una gestione ordinata e strutturale dei fenomeni migratori, scaricandone il peso sull’ultimo anello della catena: Lampedusa.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento