La restaurazione a Lamezia ha il volto soddisfatto di Mimmo Gianturco. Lui un record lo ha già in tasca. E’ il primo consigliere comunale di Casa Pound in una città medio-grande. Lo scivolamento a destra di questa grossa cittadina adagiata su una piana, stritolata negli anni da estorsioni e ‘ndrine, è palpabile. La restaurazione a Lamezia è la bandiera tricolore sventolata con ardore sul palco domenica notte da Paolo Mascaro, il neosindaco, penalista ed ex presidente della Vigor, squadra di calcio di serie C coinvolta nell’inchiesta sul calcio-scommesse. La restaurazione a Lamezia è nelle parole di Mascaro che così dà il benvenuto a Trame.5, il festival di cultura antimafia che si apre il 17 giugno nei palazzi storici della città: «Parlare cinque giorni di mafia è troppo. Basterebbe mezza giornata».

Insomma, da Lamezia la destra inizia la sua revanche contro una sinistra immobile e pavida. A queste latitudini in questi dieci anni si era sperimentato un nuovo modo di far politica, una grammatica antindrangheta declinata in cultura e attivismo sociale che aveva fatto di Lamezia la capitale della lotta alla criminalità, con il sindaco uscente Gianni Speranza, Sel. Al quale il Pd ha provato in tutti i modi a fare le scarpe. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: venti punti di distacco tra la destra e la coalizione di centrosinistra, guidata dall’indipendente del Pd Tommaso Sonni.

Ora la destra ha una prateria davanti a sé. Il Pd è dilaniato, Sel conquista un solo seggio, Rifondazione non ha neanche partecipato alle elezioni. E così Gianturco può fare il gradasso martellando contro il suo chiodo fisso: i rom. La giunta uscente aveva messo in agenda un insediamento abitativo per 25 famiglie: 20 villette a schiera in muratura, 8 villette prefabbricate e 150 rom del vecchio campo di Scordovillo finalmente con un tetto sopra la testa. Casa Pound è insorta e ha gridato allo scandalo: «Una rapina contro gli italiani». Come se i rom non fossero cittadini italiani e lametini a tutti gli effetti. Ma la propaganda ha pagato eccome: 7% alle elezioni e un posto in consiglio comunale. E il neoconsigliere di Cp chiede che le case siano ora date agli «italiani».

Speranza intanto cede il testimone e si commiata: «Sono stati anni difficili ma Lamezia è stata percepita come un buon esempio di Calabria e di sud che provava a cambiare e a riscattarsi». Le elezioni sono andate male anche a Gioia Tauro, per un Pd che da quando ha vinto a mani basse le regionali, ha perso completamente la bussola. Il sindaco uscente, Aldo Alessio, è sprofondato 15 punti sotto il suo avversario di Fi, Carlo Iedà.