Con tutto quello che sta succedendo nel mondo, verrebbe da commentare il parziale divorzio di Meghan e Harry dalla famiglia reale britannica con un sonoro Macchissenefrega. Non fosse per la visibilità della ditta, come vengono chiamati i Windsor in patria, quel contenzioso è paragonabile a quelli che avvengono in tante famiglie quando ci sono in ballo eredità più o meno consistenti. Va anche detto che proprio per quel che sta succedendo nel mondo la gente, ogni tanto, ha bisogno di distrarsi con pettegolezzi e annessi. Tanti di noi, anche se non lo ammetterebbero mai, sono attratti a intermittenza dal disimpegno. Per fare un esempio, conosco signore raffinate e coltissime che non si perdono una puntata di Un posto al sole. Dicono che le rilassa.

DETTO ciò, a leggere i pareri sui social e di certa stampa popolare si intravvede qualcosa di torbido, un sentimento di profonda avversione per «Quella grandissima stronza», come una frequentatrice di commenti online ha definito Meghan. Ammesso che la duchessa possa non essere simpatica, che cosa muove tanto astio? Perché tanta gente al di là e al di qua della Manica gode nel definirla ingrata, guasta famiglie, arrivista, arrampicatrice, opportunista, manipolatrice? Sembra che il ragionamento comune sia del tipo «Hai voluto entrare in quella famiglia? Bene, adesso te ne assumi le conseguenze», come se il voler sposare qualcuno dovesse comprendere anche la negazione di una parte di sé. Faccio alcuni esempi. Le si è rimproverato aspramente di non aver accettato l’invito della regina a trascorrere una parte di vacanze nel castello di Balmoral l’estate scorsa. Lì i Windsor amano andare a caccia e fare grigliate. Meghan, che è vegana e animalista, ha preferito andare alla finale degli Us Open a New York. Apriti cielo, tacciata di maleducazione assoluta.

IN UN’INTERVISTA ha creato scandalo perché ha osato dire che non è sufficiente sopravvivere, ma che bisogna sentirsi felici e che per lei è davvero difficile adottare l’atteggiamento britannico del non mostrare le proprie emozioni. Infine non le hanno perdonato di aver fatto causa a tre giornali per violazione della privacy, accusandola di voler usare la stampa solo quando le fa comodo. Gran parte in tutto questo circo l’hanno alimentato i tabloid, e di rimando anche molti nostri giornali, che frugano, interpretano e giudicano, ovviamente per vendere. Sembrano allevatori di belve che ogni giorno devono trovare carne fresca e succulenta da dare loro in pasto. E se la preda è una donna, per di più ex attrice, divorziata e afro americana, ah, quanto è facile e sottilmente gustoso usarla come cibo. Una donna che manipola il povero e ignaro uomo, ovviamente. Una donna che non sa e non vuole stare al suo posto.

SE IL RETRO pensiero non fosse questo, non si sentirebbero commenti come «La regina è stanca di vedere i figli e i nipoti che sposano donne che si dimostrano non all’altezza della famiglia reale» dette da un commentatore su Rainews. Le donne, certo, è sempre loro la colpa, quelle guastafeste che osano ribellarsi ai meccanismi dati. E infatti come titolano la faccenda? Megxit e non Henxit o Dukexit. C’è, infine, il sospetto di sotterraneo razzismo non solo verso le origini afro di Meghan, ma anche verso il suo essere americana. Mi viene in mente una frase di un insegnante di inglese verso un’italiana che si era trasferita a Londra per lavorare. Lei, che l’inglese già lo parlava e voleva migliorarlo, dopo il test si sentì dire: «Il tuo inglese puzza di americano». Puzza, disse, proprio così. Beh, tenetevi la vostra corona e pure i deodoranti.

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