La protesta americana contro la decisione di Trump di abbandonare l’accordo di Parigi sul clima non si placa, anzi, continua a crescere.

Sono ormai 80 le città americane in 10 Stati ad aver dichiarato di continuare, come previsto, a osservare i principi di tutela dell’ambiente e limitare le emissioni inquinanti. Il numero continua a crescere e dichiarazioni continuano ad arrivare da parte di politici, manager e personaggi pubblici.

ARNOLD SCHWARZENEGGER, ex governatore repubblicano della California, ha diffuso tramite la sua pagina Facebook un lungo videomessaggio dove si rivolge direttamente al presidente in modo deciso: «Un uomo solo non può distruggere il progresso, un uomo solo non può fermare la nostra rivoluzione verde, un uomo solo non può tornare indietro le tempo. Come presidente la prima e più importante responsabilità è proteggere il tuo popolo. Non possiamo restare fermi di fronte alle persone che muoiono a causa dell’inquinamento».

E ha continuato ricordando in un passaggio anche Kennedy e la missione sulla Luna: «I grandi leader sono ricordati dalla gente perché guardano al futuro. È vero, è più facile rimanere nel passato, perché è conosciuto, mentre si ha paura di ciò che ancora deve avvenire», ma questo passato, ha sottolineato l’ex governatore, provoca centinaia di migliaia di morti all’anno in America, causa asma e tumori.

PASSANDO DALLE PAROLE ai fatti, si è espresso anche Michael Bloomberg, imprenditore miliardario ed ex sindaco di New York, che nei suoi tre mandati ha sempre avuto come fine quello di rendere New York city «la metropoli più ecosostenibile del mondo». Da Parigi durante un incontro con Macron ha dichiarato che gli americani non hanno bisogno del governo Trump per rispettare l’accordo sul clima di Parigi, lo faranno comunque.

Bloomberg, che per molti potrebbe candidarsi alle presidenziali del 2020, ha annunciato di star coordinando la mobilitazione di città, Stati, istituzioni e imprese americane per rispettare gli obiettivi dell’accordo sul clima come se Trump non avesse mai detto nulla.

IL MILIARDARIO vorrebbe anche presentare all’Onu una proposta complessiva per rispettare comunque, entro il 2025, l’obiettivo di una riduzione del 26% delle emissioni inquinanti, rispetto ai livelli del 2005: «Siamo già a metà strada e possiamo accelerare il nostro processo ulteriormente senza il supporto di Washington», ha sottolineato Bloomberg annunciando che la sua fondazione metterà i 15 milioni di dollari da destinare all’Onu per il clima, compensando così il taglio dei finanziamenti annunciato dalla Casa bianca e sostituendo lo Stato con un’impresa coordinata da un privato.

Chissà se Trump si è reso conto di cosa ha generato questa storica, ingiustificabile decisione che lo sta isolando in casa e spogliando di potere, rendendolo il capitano di una nave ammutinata e creando il pericoloso precedente di vuoto di potere riempito da chiunque abbia leadership o mezzi sufficienti per farlo.

Di sicuro ne sono consapevoli le migliaia di persone che hanno protestato scendendo per le strade americane ieri quando la prevista manifestazione “March For Truth”, la marcia per la verità, si è idealmente tinta di verde con lo slogan Earth First, la terra prima di tutto.

A CHICAGO, una delle città che ha deciso di restare nell’accordo, in migliaia si sono ritrovati sotto la Trump Tower. La richiesta era quella di invitare il governatore Bruce Rauner ad estendere la posizione sul trattato di Parigi di Chicago, a tutto lo Stato dell’Illinois. «Abbiamo bisogno di azioni inequivocabili per invertire il processo di cambiamento climatico», ha dichiarato Jennifer Fujan, a capo del gruppo ambientalista Food & Water Watch, aggiungendo che a suo parere Trump più che malevolo è profondamente incompetente, sensazione diffusa e alimentata da dichiarazioni surreali dei suoi sostenitori politici.

RICK SANTORUM, ex senatore per lo Stato della Pennsylvania e candidato alle primarie del Partito Repubblicano nel 2012 e nel 2016, correndo a sostegno della decisione di Trump, ha twittato la sua tristezza per la sinistra che critica le decisioni del presidente non capendo che non si può affidare l’energia a delle fonti ovviamente non affidabili come il sole, visto che potrebbe essere nuvoloso, o il vento, che potrebbe anche non soffiare, ignorando completamente l’innovativo concetto di «accumulo di batterie» e di tutto il processo di uso delle energie alternative.