Tratto da una storia vera, Dirty John, in un’epoca di narrazioni e, purtroppo, di legiferazioni che incitano alla vendetta, appare come un oggetto sorprendente. Sia chiaro, la creazione di Alexandra Cunningham, tratta dal podcast di Christopher Goffard e in Italia visibile su Netflix (sulla stessa piattaforma è disponibile anche il modesto documentario che ritrae i personaggi reali della vicenda), non apre a nuovi immaginari, anzi nelle prime puntate, la tentazione sarebbe di passare ad altro, perché la storia sembra la solita: la vittima che non riesce a sottrarsi alla presa del carnefice onnipotente. Poi riemerge un ricordo nel passato della famiglia di Debra (Connie Britton), la protagonista della storia, e la serie cambia il proprio orizzonte. John (Eric Bana) non è semplicemente un carnefice, un predatore che esercita indisturbato una violenza psicologica e fisica sulle donne. L’uomo si trasforma in un enigma per Debra, che a oltranza cerca l’altro, prova a non perdere il sentimento. Che cos’è il male? Per quale motivo una persona agisce in un modo spietato? E perché quell’attrazione e quel sentirsi indifesi? E scoperta l’amara verità, ci si dovrà inevitabilmente abbandonare al senso di colpa e al desiderio di vendetta?