Lui, Antonio Bassolino, per ora non parla. E non parlerà, almeno fino al momento in cui le liste di Liberi e uguali non saranno consegnate. Ma chi gli sta vicino lo descrive amareggiato dalle ricostruzioni che circolano sui giornali a proposito della sua mancata candidatura. Si parla di un posto da capolista nel proporzionale a Napoli est, Barra San Giovanni, rifiutato. Dell’indisponibilità a correre all’uninominale una battaglia perdente ma generosa per aiutare i ’ragazzi’. «Non è vero niente», confida: nessun offerta, nessuna richiesta di aiuto. Neanche nessuna visita di Roberto Speranza – peraltro da giorni il segretario Mdp vive blindato nella sede di Mdp nella travagliatissima opera di compilare le liste. Non una telefonata, assicura, neanche quel 12 gennaio in cui in un’assemblea affollata di San Vitaliano (con Ciccio Ferrara e Laura Boldrini) aveva annunciato di essere pronto «a dare una mano». Sorvolando sulle polemiche arrivate dagli esponenti di Sinistra italiana. E dall’area del sindaco De Magistris: o noi o lui.

Eppure il corteggiamento era stato serrato: dal primo luglio in piazza a Roma con Pisapia fino alla festa di Mdp a Napoli, a settembre, («Sono qui perché voglio dare una mano a costruire un nuovo centrosinistra», aveva annunciato), fino allo strappo con il Pd, con quelle parole che tanto erano piaciute a chi lo aveva preceduto fuori dal partito: «Imporre la fiducia sul Rosatellum ha prodotto un danno alla democrazia». Tanti i complimenti. Per esempio Arturo Scotto (Mdp): «Bassolino è un interlocutore fondamentale per Napoli e per l’Italia». O Enrico Rossi, presidente della Toscana (Mdp): «Anche solo discutere della candidatura di Bassolino è un autogol, per la sua storia e la sua popolarità dobbiamo chiedergli umilmente di candidarsi e sostenerlo senza se e senza ma».
Poi però, al dunque, silenzio. Napoli blinda solo due eletti, e i posti sono quelli «naturali» per il ritorno di Scotto alla camera e di Peppe De Cristofaro (Si) al senato.Tertium non datur. Due giorni fa sul tavolo delle trattative di via Zanardelli, il quartier generale di Leu a Roma, è arrivato un appello di 26 ’bassoliniani’ che minacciano il disimpegno in assenza dell’ex sindaco. Ma le liste erano già chiuse.