Fuori dall’Edipo che ha ridotto anche la sinistra al balbettìo dello scontro tra padri e figli. Troppo stretto è anche il vestito dello scontro generazionale tra i vecchi e i giovani di cui scrisse anche Pirandello. Il problema della lista alle elezioni europee «L’Altra Europa con Tsipras» è stata la democrazia.

Nella lunga assemblea all’Angelo Mai di Roma di domenica scorsa, che ha visto la partecipazione di duecento attivisti della campagna «Act – agire, costruire, trasformare» che hanno sostenuto le candidature di Alessandra Quarta nel collegio Nord-Ovest (oltre 11 mila le preferenze raccolte) e di Claudio Riccio nel collegio Sud (oltre 20 mila preferenze) sono state squadernate le contraddizioni di un’esperienza prima dilaniata dalla contrastata scelta di Barbara Spinelli di accettare il seggio nel parlamento Europeo, dopo avere annunciato la sua rinuncia a elezioni concluse.

Poi tramortita quando, a conclusione dell’assemblea dei comitati territoriali il 7 giugno a Roma che aveva espresso l’esigenza di discutere collettivamente, arrivò la decisione individuale di Spinelli. Quella che ha escluso dall’Europarlamento Marco Furfaro di Sel.

Sono seguite le polemiche sul ruolo dei «garanti» Guido Viale, Marco Revelli, Luciano Gallino e Spinelli ai quali l’assemblea di Act ha riconosciuto comunque un ruolo fondamentale nel superare la frammentazione della sinistra dei partiti, proponendo la lista con il nome del leader di Syriza Alexis Tsipras.

Nel frattempo c’è stata crisi di Sel, l’abbandono dei deputati guidati da Gennaro Migliore non disponibili a proseguire la strada con Tsipras e la sinistra europea. Un mese più che turbolento che ha provato gli entusiasmi nascenti dopo un risultato insperato.

In vista dell’assemblea nazionale prevista il 19 luglio, forse a Genova, e in attesa dell’incontro con i tre deputati eletti, Spinelli, Curzio Maltese e Eleonora Forenza (Prc) a Bruxelles e a Strasburgo previsto il 5 luglio a Roma, l’assemblea di Act ha cercato di scuotere le acque. Tra gli altri era presente il coordinatore nazionale di Sel Nicola Fratoianni che ha garantito l’appoggio al percorso intrapreso.

I giovani di Act hanno chiesto di «mettere da parte tutte le pulsioni proprietarie, verticistiche e identitarie» che hanno turbato l’ancora breve vita della lista. «Non possiamo accontentarci di organizzare il recinto della residualità e dei particolarismi o affidare l’iniziativa politica a chi abbiamo eletto a Strasburgo». L’assemblea ha chiesto alle altre componenti della lista di «investire in un grande processo di confronto aperto». Per «praticare», e non solo «evocare» la sinistra, è stata proposta un’agenda di campagne per il «Semestre dell’Altra Europa» contro il Ttip, il Fiscal Compact, per i beni comuni e i diritti sociali. La proposta organizzativa è articolata su coordinamenti di scopo, campagne tematiche e laboratori territoriali basati sul «metodo del consenso».

Più che organigrammi, si vuole costruire uno «spazio politico dell’alternativa» attraverso coalizioni sociali, reti trasversali e includenti con i movimenti, le associazioni, i singoli, in forma pubblica e aperta.