Atene ha chiamato e Roma ha risposto. Come una carovana che gira in lungo e in largo, il progetto dell’Altra Europa ha fatto tappa giovedì nella capitale. Nella scia del sostegno alla sinistra greca, e dopo diversi analoghi incontri da Torino a Matera, il salone della Cgil romana ha accolto un’appassionata assemblea che ha lasciato intravedere il possibile rilancio di un’alternativa politica in città.

Molte le presenze, e non solo quelle consuete, in un’atmosfera sensibilmente diversa dalle liturgie che spesso appesantiscono questo tipo di iniziative. Un clima cordiale ma allo stesso tempo teso e partecipe. Forse finalmente consapevole della necessità di affermare e praticare quel protagonismo politico che la sinistra cittadina ha negli ultimi anni smarrito e disperso. Con l’obiettivo, dichiarato fin nell’introduzione di Andrea De Innocentis, di offrire un modello di governo della città opposto all’attuale. «Mi sono stancato di sentir dire che un sindaco dev’essere ’di tutti’ – dirà in uno degli interventi più apprezzati Marco Bersani – vorrei un sindaco che si dichiari di parte, dalla parte dei diritti e dei bisogni».

L’assemblea è cominciata con Theo Angelopulos, assessore regionale dell’area vasta ateniese, con le sue parole rabbiose e commosse: «La nostra gente è stremata, ma le nostre politiche cominciano a farsi sentire». E proprio intorno all’idea che esista un altro, possibile modello di governo territoriale si sono incentrate le tre relazioni introduttive: Paolo Baranes sulla finanza locale, Carmen Vogani su trasparenza e partecipazione, Paolo Berdini sulla pianificazione pubblica del territorio. Baranes di Sbilanciamoci ha insistito sulla necessità per i Comuni di svincolarsi dal patto di stabilità, affermando che, diversamente, «gli enti locali sono destinati a diventare i docili esecutori di politiche economiche persecutorie e deprivanti». Carmen Vogani di Da Sud ha sottolineato come sia «l’opacità del potere pubblico a favorire le degenerazioni mafiose e corruttive». L’urbanista Berdini s’è a lungo soffermato sulle «complicità dell’amministrazione nel progressivo saccheggio del patrimonio pubblico».

Molte le soggettività che hanno contribuito alla discussione. E al microfono si sono avvicendati gli esponenti delle più vivaci e interessanti realtà sociali e culturali. Dal Teatro Valle alla Cooperativa Coraggio, da Act al Circolo Mario Mieli, dal Comitato per l’acqua pubblica al Social Pride. Sono intervenuti inoltre il segretario della Cgil Roma e Lazio, Claudio Di Berardino e il segretario regionale di Sel, Maurizio Zammataro; Armando Morgia per Sinistra anticapitalista e Luigi Corvo dell’area civatiana. A Sandro Medici il compito di concludere l’assemblea. E’ difficile che un incontro pubblico della sinistra romana termini sorridendo. Ma così è andata. Forse l’Altra Europa sta diventando l’Altra Roma.