Cambia l’alternanza scuola-lavoro nella legge di bilancio, ma l’impianto della «Buona Scuola» resta. Lo ha sostenuto ieri Carmela Palumbo, capo dipartimento per il sistema educativo di Istruzione e formazione del Miur, nell’incontro a Milano intitolato «A scuola di azienda in azienda»: «L’alternanza sarà comunque obbligatori a e curricolare nelle scuole». La legge di bilancio prevede il cambiamento del nome: una volta approvata, l’alternanza porterà il complicato nome, scritto nella lingua della pedagogia neoliberale del capitale umano e del management delle risorse umane: «percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento». «La filosofia rimane quella di valorizzare un’esperienza che fa conoscere il mondo del lavoro e mette il ragazzo alla prova di competenze che la scuola non può curare» ha confermato Palumbo.

DIMINUIRANNO le ore: per gli istituti professionali si passa da 400 ore nel triennio a 180; per i tecnici, da 400 ore a 150; nei licei da 200 ore a 90. In questa cornice va ricordato che, nel giugno scorso, il decreto «milleproroghe» e una circolare del ministero dell’Istruzione ha differito di un anno l’applicazione di un’altra norma importante dell’alternanza scuola lavoro: la sua obbligatorietà ai fini dell’accesso all’esame di maturità.

È PREVISTA la riduzione della spesa di 56,52 milioni di euro sui previsti 97,05 milioni all’anno. «L’obiettivo delle modifiche è puntare sulla qualità, riducendo l’obbligatorietà di un monte ore molto elevato, per far si che le scuole e le aziende si possano concentrare sulla qualità dei percorsi e sul loro carattere orientativo rispetto al futuro lavorativo o di studio» ha detto Palumbo. Il restyling porterà il Miur a emanare le nuove «linee guida» dell’alternanza scuola lavoro «in tempi rapidi», ma comunque dopo l’approvazione della manovra a Natale.

IL TAGLIO DELLE RISORSE
ha prodotto la preoccupazione anche di Andrea Marchetti dell’Associazione nazionale presidi secondo il quale «i finanziamenti per queste attività servono».