Il G7 del lavoro, della ricerca, della scienza e del lavoro, che si svolgerà a Venaria, poco distante da Torino, si avvicina alla fase operativa in un clima d’isteria. Spostato da Torino alla reggia sabauda per questioni di «sicurezza», poi ritornato con qualche evento minore in città, che però è ancora in forse. I tragici eventi di piazza san Carlo e una pesante intemerata del centro sociale Askatasuna – una rappresentazione teatrale della Rivoluzione Francese che si concludeva con il ghigliottinamento di due fantocci rappresentanti Matteo Renzi e Giuliano Poletti – hanno portato al centro dell’attenzione il tema della «sicurezza».

Per entrambe le ragioni il G7 non si terrà più a Torino ma a ben tre chilometri di distanza.

La sindaca Chiara Appendino è rimasta pizzicata tra la sua base, una grossa porzione della giunta, in primis il vice sindaco Guido Montanari – tutti contrari all’evento – e il mondo industriale, desideroso di fare bella figura. Solo pochi giorni fa aveva annunciato un provvidenziale viaggio a Madrid per inaugurare un piccolo museo, ma poi il goffo tentativo di trovare una via di fuga qualsiasi è caduto dopo la sgridata del presidente della Regione Sergio Chiamparino, e così sarà presente all’intero vertice. Lei con i ministri, a fare gli onori di casa, anche se a Torino non c’è più niente, e la sua maggioranza a contestare: strategia ormai rodata volta a coprire tutti i gusti, dai centri sociali a Confindustria.

Così, mentre il vertice ufficiale diventa sempre più magro e anemico, cresce il variegato mondo che si aggrega intorno ai numerosi appuntamenti «contro». Si va da Proxima, organizzato da Sinistra Italiana e Possibile presso i Murazzi del Po, appuntamento dal profilo politico e culturale, a manifestazioni afferenti al variegato mondo dell’autonomia e del sindacato di base.

Tra tutte si segnala la inaugurazione, presso la Cavallerizza Reale di Torino, gioiello barocco messo in vendita dalla precedente amministrazione e oggetto di una tenace occupazione da più di tre anni, della Camera del Lavoro Autonomo e Precario, il 29 settembre. Convergeranno da tutta Italia lavoratori precari, e autonomi, di numerosi settori: in primis i «riders», fattorini o galoppini, del settore che consegnano cibo e non solo a domicilio.

La giornata si dividerà in due parti: alle due del pomeriggio una «Assemblea transnazionale dei riders del settore food delivery»: quindi non solo Foodora o Deliveroo, ma buona parte della galassia meno conosciuta e ancor più precaria. Le aspettative per questo incontro sono elevate: si pensa che potranno giungere centinaia di «riders» da tutta Europa, perché in queste settimane le condizioni di lavoro si starebbero ulteriormente deteriorando a causa della feroce concorrenza.

Alle ore 18, sempre del 29 settembre presso la Cavallerizza, il secondo incontro: «Come funzionano le camera del lavoro autonomo e precario?».
Ma a catalizzare l’emotività generale, e quindi a portare alla gestione sincopata del programma a pochi giorni dall’inizio del vertice, è il cosiddetto ResetG7: il nome della rete che da questa estate si incontra per costruire un percorso di lotta contro il G7. Un contenitore composto da studenti, lavoratori, precari, coloro che hanno rinunciato a cercare un lavoro e non studiano, e gli esodati. Ma a loro nelle ultime ore si sta unendo il tumultuoso mondo degli sfrattati e dei migranti: la vasta classe subalterna torinese. ResetG7 inizia il 28 con un convegno al Sereno Regis dal titolo «Europa al bivio: armi o pace?» e con una Street Parade per le vie della città di Torino. Si continua il 29, con il corteo degli studenti mentre per il 30 è prevista una manifestazione massiccia nel cuore fisico della crisi torinese: partenza da quartiere Vallette e arrivo a Venaria, non lontano dalla reggia dove saranno rinchiusi i ministri.