Di fronte all’afflusso stimato di alcuni milioni di spettatori, di cui oltre 500mila provenienti dalla sola Gran Bretagna, quello dell’ordine pubblico è uno degli interrogativi che peseranno di più su Francia 2016. Se quella del terrorismo internazionale resta la sfida più terribile con cui misurarsi, in molti segnalano anche il rischio che la violenza degli hooligans faccia la sua riapparizione nel corso dell’evento.

A Parigi, la Division nationale de lutte contre le hooliganisme, che si occuperà di coordinare l’attività di vigilanza insieme alle diverse polizie nazionali delle squadre presenti, ha già segnalato i dati di circa 3000 hooligans, noti nei loro rispettivi paesi, cui sarà impedito l’ingresso in Francia. Mentre le sole autorità britanniche hanno già stilato una lista di 2000 persone con precedenti specifici che non potranno lasciare il Regno Unito per tutta la durata dei campionati.

Non lontano da Parigi è stata stabilita la base operativa del Centro di cooperazione internazionale delle forze dell’ordine dove saranno raccolti in tempo reale i dati provenienti dalle 10 città interessate dalle gare e i rapporti degli agenti che seguiranno le 23 delegazioni nazionali.

Guardando al calendario della kermesse, solo 5 incontri, su un totale di 51, sono stati segnalati finora ad alto rischio di violenze, ma molto dipenderà, come fa trapelare un funzionario della Dnlh, «da quali tifoserie verranno via via messe a confronto». Al momento, match caldi sono Inghilterra-Russia e Ucraina-Polonia, che si giocheranno a Marsiglia, Turchia-Croazia e Germania-Polonia in programma allo Stade de France di Parigi e Inghilterra-Galles che si disputerà a Lens. Ma le maggiori preoccupazioni riguardano quello che potrebbe accadere fuori dagli stadi, in particolare nelle cosiddette «fan-zone», le aree dove i tifosi senza biglietto assisteranno alle partite.

Per tutta la durata del torneo, con ogni probabilità il ruolo più importante non lo giocheranno perciò i poliziotti schierati intorno agli impianti sportivi e nei centri urbani, quanto piuttosto quelli che in Gran Bretagna, dove il fenomeno hooligans ha avuto origine, vengono chiamati spotters, vale a dire agenti che frequentano abitualmente le curve, seguono i tifosi nelle trasferte, conoscono i loro capi e sono riconosciuti da questi ultimi come un tramite per le autorità.

Anche se, come fa notare il commissario Vincent Manini, responsabile per gli «osservatori» della polizia francese, e che di solito segue i tifosi del Saint-Etienne, «un conto sono le rivalità interne ai diversi campionati, un altro è l’alleanza che si stabilisce tra i gruppi nazionali in competizioni come questa». Per lui gli «osservati speciali» restano sempre inglesi e tedeschi, anche se si dice preoccupato per «la presenza di gruppi ipernazionalisti tra i tifosi russi, ucraini e polacchi».