Cinque Paesi sarebbero pronti ad accogliere i migranti della Ocean Viking. Ad affermarlo è una nota diffusa ieri sera dai ministeri dell’Interno e degli Esteri del Portogallo secondo la quale, oltre a Lisbona, si sarebbero fatti avanti anche Francia, Germania, Romania e Lussemburgo. In particolare, si spiega, il Portogallo «è disponibile ad accogliere sino a 35 dei 356 migranti che si trovano a bordo». Almeno fino a tarda sera la notizia non è stata confermata dalla Commissione europea ma i Paesi citati confermerebbero almeno in parte quanto anticipato nei giorni scorsi dal ministro dell’Interno francese Christopher Castaner circa la disponibilità di Francia e Germania a sbloccare la situazione. Resta da vedere dove i migranti potranno sbarcare. L’ipotesi più probabile sembra essere Malta.

Giunta ormai al suo tredicesimo giorno, la situazione a bordo della nave rischia davvero di diventare critica. «Rimangono solo cinque giorni di razioni alimentari standard e la nostra equipe medica è sempre più preoccupata dallo stato di salute mentale delle persone», aveva avvertito in mattinata uno dei volontari che si trovano sulla Ocean Viking. Dalla nave, che la ong francese Sos Mediterranée gestisce insieme a Medici senza frontiere, non si vede la costa. Costretta a pendolare avanti e indietro nel Mediterraneo, ieri si trovava a ovest dell’isola di Malta proprio in attesa che da Bruxelles giungessero segnali di apertura.

Fortunatamente non sarebbe vera la notizia – riportata da alcuni siti – secondo la quale il sindaco di Lampedusa Totò Martello avrebbe detto di non poter accogliere i migranti che si trovano a bordo a causa dell’affollamento dell’hotspot di contrada Imbriacola.

In attesa di conferme a quanto annunciato dal Portogallo, la situazione resta quindi ancora in una fase di stallo: «E’ vergognoso e disumano lasciare in mezzo al mare 356 persone. Chiediamo al più preso un porto sicuro perché i sopravvissuti possano finalmente toccare terra», ha ripetuto ancora una volta Msf. A bordo la tensione è alta. Sia perché i migranti temono di essere riportati in Libia (ma i volontari hanno immediatamente spiegato che così non sarà mai), sia perché dopo due settimane di attesa continuano a non capire quale sia il problema che gli impedisce di mettere piedi a terra. «Abbiamo organizzato una riunione con loro per spiegare qual è la situazione politica internazionale, quali sono le difficoltà» ha spiegato in un video Alessandro Porro, uno dei volontari di Sos Mediterranée. Sulla vicenda ieri è intervenuto anche il Garante nazionale per le persone detenute Mauro Palma che ha scritto ai suoi omologhi europei, in particolare quelli di Norvegia e Malta, sollecitando un’iniziativa per mettere fine allo stallo in cui si trova la nave.