Potrebbero essere verosimilmente 100mila i casi giornalieri di Covid-19 in Francia, quasi il doppio dei 52mila contagi confermati domenica dai tamponi e quattro volte i 27mila registrati ieri.

A sostenerlo il presidente del Consiglio Scientifico (il comitato tecnico scientifico francese) Jean-François Delfraissy, che ieri, ai microfoni della radio Rtl, ha denunciato la situazione critica nel paese, vista la velocità alla quale il virus si sta propagando. Sui circa 300mila tamponi effettuati, il tasso di positività si attesta al 17%, mentre a inizio settembre era del 4%.

SECONDO IL SITO santepubliquefrance.fr, diretta emanazione del ministero della sanità, che diffonde i dati sull’epidemia, negli ultimi sette giorni si sono registrati più di 12mila ricoveri supplementari, 1.800 dei quali in terapia intensiva. Proprio le rianimazioni destano le più forti preoccupazioni. Nelle ultime ore si è dovuto procedere al trasferimento di pazienti in gravi condizioni in zone del paese meno toccate dall’epidemia, a causa della mancanza di posti letto, nei territori di provenienza. Superati i 35mila decessi da marzo scorso, con un aumento di più di cento morti al giorno. In questo momento, la Francia, con più di un milione di contagiati, risulta il paese più colpito dal virus in Europa.

Da venerdì scorso, sono aumentati a 54 i dipartimenti sottoposti a coprifuoco. Due francesi su tre, in altre parole, devono restare in casa dalle 21 alle 6 del mattino. Ma questa misura, che ha toccato inizialmente, ormai dieci giorni fa, la regione di Parigi e altre 8 città metropolitane, non sembra sufficiente a contenere il contagio. È la sensazione trasmessa dalle parole di Delfraissy, quasi un viatico per un nuovo lockdown. «Siamo sorpresi dalla brutalità del virus, nonostante questa seconda ondata fosse stata annunciata già a luglio e sarà, probabilmente, più dura di quella precedente» ha detto il presidente del Consiglio Scientifico. Per il medico è il momento di prendere decisioni più drastiche per far fronte a una situazione che appare fuori controllo.

Una soluzione, per Delfraissy, potrebbe essere quella di estendere il coprifuoco per almeno due settimane, facendolo iniziare due ore prima, alle 19, e generalizzandolo all’intero territorio, con la prospettiva che, qualora non si registrassero i miglioramenti attesi, si sarebbe costretti a un nuovo lockdown (che però dovrebbe salvaguardare le attività produttive e la scuola). In alternativa, sostiene l’immunologo, bisognerebbe ricorrere immediatamente a un lockdown, più soft di quello di marzo-aprile, che andrebbe sospeso solo davanti a risultati evidenti e passando attraverso un nuovo coprifuoco.

SEMBRA SCONTATO, insomma, che nuove restrizioni arriveranno a breve e saranno l’oggetto di discussione del Consiglio di Difesa, convocato d’urgenza dal presidente Macron per oggi e domani. Il primo ministro Castex riceverà, nelle stesse ore, i rappresentanti delle forze politiche, i sindacati e le organizzazioni di categoria. Che un nuovo confinamento sia all’ordine del giorno, lo ha lasciato intendere il presidente della regione Grand-Est, Jean Rottner, che, pur sottolineando di parlare a titolo personale, si è detto certo di un nuovo lockdown. Si tratterà, per l’esecutivo, di un difficilissimo esercizio di sintesi in un paese che pensava di essersi lasciato alle spalle la pandemia e sta assistendo, nonostante misure limite come il coprifuoco, a un incremento record dei contagi.

A TESTIMONIARE come le restrizioni siano generalmente rispettate, c’è la notizia secondo la quale l’azienda dei trasporti pubblici di Parigi ridurrà drasticamente l’offerta di servizi nelle ore interessate dal coprifuoco, a causa della quasi totale assenza di utenti. A fare da contraltare a questa constatazione, ci sono però le immagini che quotidianamente mostrano l’affollamento nei mezzi pubblici della capitale e non solo nelle ore di punta. Una evidente contraddizione, le cui implicazioni saranno probabilmente al centro delle discussioni tra governo e parti sociali.

Tutto questo mentre sono in corso le vacanze d’autunno, due settimane durante le quali la circolazione interna potrebbe avere conseguenze per le regioni meno toccate dal virus.