63 feriti tra manifestanti e agenti, 45 arresti e una persona deceduta per un malore mentre la polizia caricava i manifestanti, in prossimità del palazzo presidenziale. È il bilancio sul versante sicurezza dell’imponente ed essenzialmente pacifica manifestazione che si è svolta lo scorso venerdì a Algeri per protestare contro l’ipotesi di un quinto mandato del presidente Abdelaziz Bouteflika in vista delle elezioni presidenziali che si terranno il prossimo 18 aprile.

Ma c’è un bilancio anche politico derivante dall’enorme mobilitazione – si parla di un milione di persone scese in strada, una cosa mai vista in Algeria – e il primo a pagarne le conseguenze è Abdelmalek Sellal, direttore della campagna elettorale di Bouteflika, licenziato nella giornata di ieri. Numerose, anche all’interno del partito di governo, l’Fln, le prese di posizione critiche con la scelta della ricandidatura a oltranza. L’anziano e malato presidente ieri mattina era dato tra l’altro in condizioni di salute «molto critiche» da fonti russe. Ma mentre chiudiamo il giornale, stando a fonti governative, starebbe invece tornando in patria dopo un periodo di ricovero in un ospedale di Ginevra.

Nelle stesse ore il palazzo presidenziale ospita un vertice urgente al quale, riferisce il portale online Algerie Part, partecipano tra gli altri il capo dei servizi segreti Bachir Tartag; il capo di Stato maggiore e viceministro della Difesa Ahmed Gaid Salah; il fratello e consigliere del capo dello Stato Said Bouteflika; il presidente del Consiglio Abdelkader Bensalah.

Sempre ieri il Movimento della società per la pace (Msp), principale forza di opposizione di matrice islamista, ha chiesto il rinvio del voto. Il blocco progressista invece ha già annunciato il boicottaggio per bocca della presidente del Partito dei Lavoratori (Pt), Louisa Hanoune. Oggi scade ufficialmente il termine per depositare le candidature: si vedrà se le dimensioni del dissenso faranno cambiare idea a Bouteflika.

La vittima di venerdì si è poi rivelata essere Hassan Benkhedda, figlio del primo premier dell’Algeria indipendente, Benyoucef Benkhedda,