Dopo l’approvazione dell’Agenzia Europea del Farmaco e della Commissione Europea, ieri è toccato all’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) dare il via libera al primo vaccino anti-Covid prodotto dalla Pfizer e dalla BioNTech. Ora le vaccinazioni possono davvero partire.

In Italia, la somministrazione del Comirnaty – questo il nome commerciale del vaccino scelto dalle aziende – inizierà il 27 dicembre all’Istituto Spallanzani, uno dei luoghi simbolici di questa pandemia. La prima a riceverlo sarà un’infermiera perché si inizierà dagli operatori sanitari, circa un milione di persone. Poi verrà il turno delle Rsa (un altro milione tra ospiti e personale) e successivamente delle popolazioni a rischio indicate dal ministero, a cominciare dagli anziani.

DOPO AVER FIRMATO l’autorizzazione, i vertici dell’Agenzia hanno voluto incontrare i giornalisti – seppure in videoconferenza – per indirizzare nel verso giusto la campagna vaccinale anche dal punto di vista della comunicazione. Il presidente, il microbiologo Giorgio Palù insediatosi da sole tre settimane, ne ha approfittato per una stoccata ai giornalisti, che avrebbero raccontato «con molto allarmismo» l’evoluzione della pandemia. D’altronde Palù fa parte di quella pattuglia di esperti “ottimisti” tanto da finire nel Comitato tecnico scientifico, alternativo a quello governativo, proposto da Matteo Salvini, insieme ai colleghi Matteo Bassetti e Alberto Zangrillo. «È importante che diffondiate un messaggio che rasserena e soprattutto rassicura».

A snocciolare i dati ci pensa allora il direttore generale Nicola Magrini. «Il vaccino è approvato per tutta la popolazione al di sopra dei 16 anni», spiega. «Non ha contro-indicazioni. Non saranno quindi richieste accortezze particolari per anziani, immunodepressi o con disturbi della coagulazione». Il vaccino può essere somministrato anche durante la gravidanza e l’allattamento, una casistica su cui inizialmente c’era qualche incertezza. A coordinare la campagna sarà la struttura commissariale guidata da Domenico Arcuri, sulla base di liste fornite dalle regioni. I cittadini per ora non devono attivarsi in proprio, spiega Magrini: «Nei prossimi mesi si procederà per chiamata, e non su prenotazione».

NEI TEST SU OLTRE quarantamila volontari il vaccino ha mostrato un’efficacia del 95%. «Solo i vaccini contro la parotite mostrano un’efficacia così elevata», spiega Palù. Ma non si sa se il vaccino protegge dai sintomi o impedisce la stessa trasmissione del virus, conferendo la cosiddetta “immunità sterilizzante”. «Finora non c’è stata l’opportunità di studiarlo. Però lo capiremo e le indicazioni che arrivano vanno nel senso dell’immunità sterilizzante». Non si conosce nemmeno l’efficacia del vaccino nei confronti della variante inglese o di altre che potrebbero presentarsi in futuro. «Sarà importante – spiega Palù – studiare l’evoluzione del virus, per capire se i virus mutanti siano neutralizzati dal vaccino o se in futuro si dovranno fare altre vaccinazioni». Proprio ieri l’Oms ha annunciato nuove indagini per accertare la gravità della variante inglese e la capacità di sfuggire al vaccino, in collaborazione con i ricercatori del Regno Unito. La buona notizia è che il vaccino a mRna, il primo di questo tipo autorizzato nella storia, si può adattare in tempi rapidi se dovesse emergere qualche variante capace di sfuggirgli. «Questa piattaforma vaccinale sarà la base anche dei futuri vaccini».

L’AUTORIZZAZIONE ITALIANA, dopo quella europea, è stata poco più di una formalità, ma presidente e direttore rivendicano il ruolo di agenzia italiana. «Aifa interverrà nella sorveglianza e a livello di comunicazione». Magrini conferma: «Lo stesso ministro Speranza ha chiesto che non sia una semplice presa d’atto, anche se il negoziato per le forniture dei vaccini e le modalità di distribuzione è avvenuto a livello europeo». «Aifa ha un comitato scientifico che sarà principalmente dedicato allo studio delle reazioni avverse del vaccino. L’Italia ha uno dei sistemi di farmacovigilanza tra i migliori d’Europa», spiega ancora il direttore. «Verranno dedicati studi specifici su popolazioni selezionate o a maggior rischio come i pazienti dializzati e gli ospiti delle Rsa». L’efficacia del vaccino sarà monitorata nel tempo, misurando la risposta immunitaria su un campione di vaccinati per valutare la durata della protezione.