Un puntino verde in fondo al tunnel. Che questo governo per uscire dalla crisi non scommetta sull’ambiente e sulla green economy è evidente, viste le scarsissime risorse previste dalla legge di stabilità. Una mancanza piuttosto clamorosa tanto che ieri il consiglio dei ministri ha cercato quanto meno di portare in parlamento qualche provvedimento su un tema che invece dovrebbe essere cruciale per un paese delicato, sempre più deturpato e continuamente in emergenza. Il ministro Andrea Orlando l’ha definita “una vera e propria agenda verde per l’Italia”. Più modestamente si tratta di un disegno di legge (ddl) collegato alla legge di Stabilità: 30 articoli e ottanta pagine che dovranno passare all’esame delle camere. Il pacchetto di norme, per lo più a costo zero, riguarda la protezione della natura, le valutazioni di impatto ambientale, acquisti e appalti verdi, gestione dei rifiuti, difesa del suolo e acqua pubblica.

“Per la prima volta è stata introdotta una tariffa sociale per l’acqua – ha annunciato Orlando – una prima risposta al messaggio politico venuto dal referendum del giugno 2011”. Significa che l’autorità per l’energia elettrica e il gas dovrà assicurarsi che le bollette dell’acqua saranno un po’ meno salate per i cittadini a basso reddito. I gestori (pubblici o privati) verranno risarciti del mancato introito con un analogo aumento delle bollette dei più ricchi. Viene garantito un servizio minimo ai morosi e dal 2014 sarà istituito un fondo di garanzia nazionale per la rete idrica. E’ un piccolo passo avanti, ma certo ci vuole ben altro per mettere davvero in pratica quello che è stato deciso con il referendum del 2011, troppo spesso dimenticato se non tradito.

Il ddl, inoltre, snellisce le procedure burocratiche per la demolizione di costruzioni abusive in aree ad elevato rischio idrogeologico. Agevola i cosiddetti “appalti verdi”, ovvero si prevede vantaggi per le aziende che offrono beni e servizi puntando sul riciclo e sulla sostenibilità ambientale. “Per dirla con un esempio – semplifica Orlando – tra una risma di carta normale e una risma di carta riciclata, la pubblica amministrazione si impegna a comprare carta riciclata”. In tema di raccolta differenziata dei rifiuti, i comuni virtuosi verranno premiati con uno sgravio del 20% della tassa regionale. Si prevede di raggiungere entro il 2020 un tasso di raccolta differenziata pari al 65% (adesso la media nazionale è ferma al 40%).

“Il collegato ambiente ha un’importanza particolare – ha commentato Ermete Realacci (Pd), presidente della commissione Ambiente territorio e lavori pubblici della Camera – soprattutto vista la debolezza dell’ambiente nella legge di stabilità, nella quale è necessario aumentare le risorse per la difesa del suolo che per il 2014 sono ferme alla ridicola cifra di 30 milioni di euro”. Legambiente lamenta la scomparsa di una norma che comprendeva tra i responsabili degli incidenti in mare anche i proprietari delle navi, ma apprezza il tentativo di “rimettere in movimento le questioni ambientali” e auspica che il testo possa essere migliorato dal parlamento. Ma qui il governo dovrà fare i conti con la sua strana maggioranza. Il solito Brunetta già tuona: “Il collegato ambiente non è mai stato discusso”. E allora c’è il rischio che l’agenda verde possa presto finire tra i rifiuti da riciclare dopo la caduta del governo delle larghe intese.