L’autorità per le garanzie nelle comunicazioni batte un colpo sulla trappola dei 28 giorni e dà speranza a milioni di consumatori italiani. L’Agcom ha «avviato procedimenti sanzionatori» contro Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb. Si tratta degli operatori telefonici che hanno già applicato il cosiddetto «contratto a quattro settimane», lo stratagemma con cui sono riuscite ad aumentare i ricavi senza aumentare le tariffe. Il taglio di quasi tre giorni al mese porta infatti ad avere non 12 ma 13 mensilità, una tredicesima al contrario che si abbatte sui consumatori. Con un aggravio medio misurato nell’8,6 per cento. A cui andavano aggiunti i costi (penali) dell’eventuale disdetta (recesso) per i contratti dove esiste il vincolo di permanenza per un dato periodo e l’incertezza del giorno del pagamento o del prelievo in caso di domiciliazione bancaria.
COME RECITA il comunicato dell’Agcom infatti «l’Autorità aveva infatti stabilito nel marzo scorso che per la telefonia fissa e per le offerte convergenti l’unità temporale per la cadenza delle fatturazioni e del rinnovo delle offerte dovesse avere come base il mese o suoi multipli. Al termine delle verifiche effettuate da Agcom, è risultato che gli operatori menzionati non hanno ottemperato alla delibera dell’Autorità».
Nel comunicato stampa poi l’Agcom mette già le mani avanti rispetto all’altro grande attore che si appresta ad usare lo stesso metodo: la Sky di Murdoch che è piena di utili ma sta chiudendo (sempre che i giudici del Lavoro non la fermino) l’intera sede romana. La pay tv ha già comunicato ai suoi 4,8 milioni che la fatturazione a 28 giorni partirà dal primo ottobre. «Agcom sta inoltre valutando l’adozione di ulteriori iniziative, anche per evitare che le condotte dei principali operatori di telecomunicazioni possano causare un effetto di “trascinamento” verso altri settori, caratterizzati dalle stesse modalità di fruizione dei servizi».
PER ORA SKY NON COMMENTA la delibera, forse puntanto alla vicinanza con la scadenza del primo ottobre.
La delibera dell’Agcom arriva il giorno dopo la risposta del governo al Question time alla Camera dopo una interrogazione di Sinistra Italiana in cui il ministro per i rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro si era dichiarata contraria alle «quattro settimane» ipotizzando un «intervento normativo».
LA PAURA DELLE ASSOCIAZIONI dei consumatori però è che non si arrivi mai alle multe. Per non lasciar cadere il tema Federconsumatori annuncia «l’invio di un esposto all’Antitrust per avviare le opportune verifiche circa l’ipotesi di cartello messa in atto dai principali operatori di telefonia nel nostro Paese».
Soddisfazione per la decisione dell’Agcom è stata espressa in modo unanime da tutte le forze politiche.
QUALCHE PASSO AVANTI pare esserci anche sul tema delle cosiddette «attivazioni indesiderate»: il nostro telefono che sfrutta servizi a pagamento da noi non richiesti che fanno esplodere le bollette. Sempre l’Agcom ieri nel Consiglio dell’Autorità che ha iniziato a valutare le attività da intraprendere per dare seguito alle nuove disposizioni di legge sulla concorrenza che, tra le altre cose, prevedono l’acquisizione del consenso espresso del cliente per l’addebito dei costi dei servizi in abbonamento offerti da terzi. Tra le misure in fase di adozione, la più rilevante è certamente quella volta ad evitare il rischio di attivazioni indesiderate: la soluzione adottata si basa su un meccanismo di doppio click e su una corretta gestione della pagina informativa, nonché sulla tracciabilità delle azioni dell’utente ottenuta grazie al controllo, a cura degli operatori di telefonia, dei due tasti che consentono di abbonarsi al servizio.