L’estate del fuoco, con le temperature da fornaci e i boschi danneggiati, ha incendiato anche il mondo del calcio. Il trasferimento record, l’affare del secolo, il passaggio di Neymar (da Silva Santos Junior, questo il suo nome completo) dal Barcellona al Psg per 222 milioni di euro, il valore della clausola rescissoria del suo contratto col club catalano, è cosa fatta.

L’affaire totale sale sopra i 600 milioni (30 di pourboire al padre di Neymar, ex calciatore, ‘e figli so’ piezz ‘e core, artefice dell’intera operazione col procuratore Wagner Ribeiro e 30 milioni netti all’asso della Selecao), decuplicando il valore del fuoriclasse brasiliano, pagato 60 milioni di euro nel 2013 dai barcelloneti.

Segno dei tempi e dei social media, la conferma è arrivata tramite Instagram (dove il divo del pallone, cocco di mamma, famiglia modesta non povera, oggi 25 anni ma il primo contratto col Santos l’ha firmato a 11, diventato padre la prima volta a 19, un mago del dribbling e del controllo con la suola, talento assoluto, ha 70 milioni di followers e cifre simili sul suo profilo FB) con un video autogirato del calciatore, sullo sfondo con la bandiera spagnola e affianco un aereo.

E il fuoco divampato con l’acquisto di ‘O Ney (il suo soprannome preferito, ispirato da ‘O Rey, Pelè, mentre sulla rete e sulla stampa impazza Neymarketing, riconoscimento delle sue supreme doti di uomo immagine, icona giovanile che ha contratti con Nike, Panasonic e Volkswagen e porta a casa 20 milioni di euro l’anno dagli sponsor personali) potrebbe contagiare i mercati inglese, italiano e spagnolo con Coutinho, Dybala e Griezmann, candidati a sostituirlo con la casacca blaugran a del Barcellona.

E soprattutto dare l’esempio alle altre grandi del pallone per aggirare le regole del Fair Play Finanziario, il tanto decantato equilibrio economico delle squadre di calcio, messo in campo dalla Uefa a seguito di ripetute insolvenze e fallimenti.
Forse si apre una nuova era per l’universo del pallone, industria altamente redditizia e truffaldina (da poco si è concluso il processo per il passaggio di Neymar dal Santos al Barca con alta evasione fiscale, contratti in nero e «stecche» assortite) dopo la fase degli sceicchi arabi, quella degli oligarchi russi e quella attuale dei milionari cinesi (che hanno comprato il Milan facendosi prestare i soldi da cravattari americani).

Certo Neymar soffriva l’ombra del pluripallone d’oro Messi e ha scelto la nuova avventura seguendo il consiglio di Giulio Cesare. «Malo hic esse primus quam Romae secundus». Meglio essere il primo in un villaggio che il secondo a Roma. Ma quella antica Lutetia oggi è il paradiso del pallone, e lui sarà la faccia birichina dei prossimi Mondiali in Qatar del 2022.