È una brutta storia. Perché è una storia piccola. I dettagli, le domande a raffica, i retroscena morbosi, gli attori principali e le comparse, i fatti in sé sono di basso livello. Senza la pretesa di sapere se sia una sceneggiata bene (o male) orchestrata, l’affaire Bugo-Morgan è prima di tutto triste. Da viale del tramonto.

IERI, dopo una notte da far west, è stato il momento delle conferenze stampa fameliche di particolari. Ma avevate già litigato prima? Ma lo sapevi che aveva cambiato il testo? Ma è vero che vi siete morsicati e sputati addosso? La classe non è acqua. E qui classe non ce n’è stata da nessuna parte. Se intendiamo il rispetto non solo dell’altro ma anche di se stessi, del non buttarsi in piazza a farsi sbranare (in tema di morsi) e a propria volta sbavare di rabbia. È venuto fuori di tutto. Per questo è una brutta storia, in questo sgangherato palcoscenico gli attori hanno confuso in maniera delirante professionale e personale. Mentre Bugo e la Mescal alle 16 hanno fatto una conferenza stampa nella sala stampa dell’Ariston, gli eco della contro conferenza di Morgan al Palafiori già si diffondevano. Veleno a profusione. Tanto alte sono le parole con cui Morgan parla di musica quanto bassi sono i riferimenti al suo ex socio nonché ex amico che gli è stato vicino nei momenti peggiori come lo sfratto, «la vittima di tutto sono io – ha detto l’ex Bluvertigo – senza di me non lo avrebbero preso a Sanremo e sono venuto per gratitudine. Ma è stato plagiato. Dietro questa frattura c’è il suo discografico, mi ha fatto mobbing fin dall’inizio e il suo obiettivo era che mi autoeliminassi. Dopo la nostra prima riunione mi ha messo le mani addosso. Mirava anche a non pagarmi. Bugo era geloso di me, scompariva sul palco e ha completamente devastato la cover di Endrigo. Mi stanno attaccando artisticamente, ciò mi provoca una grande sofferenza perché su quel punto nessuno aveva mai osato dire nulla. Non c’è calcolo né complotto, l’avrei fatto per una cosa qualitativamente migliore».

PAR CONTRE, poco prima, nemmeno Valerio Soave il presidente di Mescal ci era andato leggero. «Voglio molto bene a Morgan da 25 anni – ha detto – soffro a vederlo cadere sempre più giù. Ormai vive in mezzo alle paranoie, ai complotti, il suo atteggiamento impedisce alla gente di lavorare. È una persona che sta male, non voglio averlo sulla coscienza. La gente deve rendersi conto che non sta bene. Ha cercato di estorcermi, il 27 gennaio, 55 mila euro dicendo che se non glieli avessi dati non sarebbe venuto al festival». Ha ammesso che il direttore artistico per prendere Bugo esigeva la presenza di un personaggio famoso, «l’altra opzione era Ermal Meta che però era impegnato».

Bugo era visibilmente nervoso, «per me era il festival dell’amicizia. Stimavo molto Marco. Non sapevo nulla del cambio delle parole. Ha iniziato a insultarmi prima di andare in scena e quando ho sentito che aveva cambiato il testo in quel modo sono uscito. Non faccio scenate. Ho cercato subito Amadeus per chiedergli scusa del problema». Sarebbe anche appena uscito il suo disco, ma tutto è passato in secondo piano. Peccato.