Visioni

Lady Blackbird: «Mi esprimo con la voce perché il soul è vita»

Lady Blackbird: «Mi esprimo con la voce perché il soul è vita»Lady Blackbird – foto di Christine Schwan - Studio1151

Musica L’artista americana parla di «Slang Spirituals», il nuovo album prodotto da Chris Seefried

Pubblicato circa 4 ore faEdizione del 27 settembre 2024

L’immagine nei video è (volutamente) esuberante, copricapi variopinti, trucco pesante e il nome d’arte, Lady Blackbird, arriva dritto dal repertorio di Nina Simone. Roba da far tremare i polsi. Ma la cantante losangelina – vero nome Marley Munroe – di talento – e di voce – ne ha da vendere. Sorretta da una ferrea determinazione ha fatto realmente di tutto per realizzare il suo sogno: mantenersi con la musica. Ha cantato cover di ogni tipo nei locali, si è prestata come vocalist a blues band, rock e folk. Ha scritto per altri autori e si è perfino ritagliata un momento dedicato alla slam poetry. Poi è arrivato l’incredibile debutto discografico, Acid Soul Jazz, che ha solo avuto la sfortuna di uscire poco prima del lockdown. A produrlo Chris Seefried, musicista americano che ha cominciato la sua carriera scrivendo canzoni per Prince, oggi tra i produttori di tendenza della scena neo soul. Ci sono solo tre inediti, ma le ‘cover’ presenti in realtà danno modo a Lady Blackbird di dimostrare la sua capacità di entrare visceralmente nei pezzi, un po’ alla Bettye LaVette e in un ambito più mainstream come faceva Tina Turner. Cover scelte con cura, per dire troviamo Fix It, costruita su un brano strumentale di Bill Evans, Peace Piece. Il disco esplode con un po’ di ritardo, ma nel 2022 si affaccia nelle classifiche e la critica inglese – ma non solo – ne parla in termini entusiastici. È adorata dal pubblico Lgbtq+ anche perché dal 2014 ad oggi non ha mai mancato di esibirsi – e sostenere – molti pride in giro per il mondo. Da qualche settimana è arrivato il secondo lavoro, se possibile ancora più complesso ed elaborato anche perché si tratta di materiale originale con una sola cover. Slang Spirituals è decisamente spinto su atmosfere rock-soul- r&b, rielaborando suoni retrò non disdegnando momenti di enfasi. Come nell’emozionante apertura di Let Not Your Heart Be Troubled. Meno ballad ma quelle presenti sono da dieci e lode, basso voce e chitarre acustiche per Man On A Boat, sensuali note blues rivestono No One Can Love Me Like You Do.

La sua voce ha molte sfumature e riesce ad adattarsi su vari stili musicali. C’è dello studio in questa impostazione?

No, ad essere sincera non ho studiato né ho mai preso lezioni di canto. Credo sia un dono di natura e il fatto di esprimermi con la voce è – di fatto – la mia unica vera passione.

L’apertura del disco affidata a «Let Not (Your Heart Be Troubled)» è decisamente emozionante. Le trombe che spingono il pezzo su territori gospel, il coro evocativo. Come è nata?

In realtà non era un pezzo pronto, era più che altro l’idea per il disco precedente, un ritornello e nella sua stesura ha subito diversi cambiamenti. Una volta costruito il coro però, ci siamo accorti della sua potenza e a quel punto l’abbiamo completata. Di fatto è stato il fulcro – non a caso apre l’album – su cui lavorare per Slang Spirituals.

La ballata «Man on the Boat» mostra un altro lato della sua personalità e sottolinea le sue qualità di interprete.

Nello stesso tempo in cui io e Chris la componevamo, sentivo che quel brano mi infondeva pace placando la mia angoscia. Gli spazi dilatati mi danno modo di cercare diverse modalità di interpretazione, credo che si senta.

Quando la canzone «Blackbird» è stata pubblicata come singolo alla fine di maggio 2020, due giorni dopo l’omicidio di George Floyd, ha toccato un nervo scoperto culturale negli Stati uniti…

Certo che lo ha fatto, è un nervo costantemente scoperto. La brutalità della polizia, che uccide uomini e donne afro american senza subire ripercussioni, è sotto gli occhi di tutti. È triste che le parole che hanno ispirato quella canzone (il testo di Blackbird parla delle difficoltà di essere una donna nera nell’America degli anni Sessanta, e con la sua versione, uscita nei giorni dell’omicidio di George Floyd, è diventato un inno del movimento Black Lives Matter, ndr) siano ancora così attuali.

Il suo passato è strettamente connesso con la religione cristiana e con la musica gospel. Quanto l’ha influenzata nel suo essere artista e donna?

Crescere e maturare attraverso il gospel è stata una cosa di cui mi ritengo fortunata: ha avuto una grande influenza su di me per il modo in cui si celebra la vita, si libera l’anima. Diversa la questione quando si parla di religione, ecco il cristianesimo tende a giudicarti per quello che fai. E a me non piace, la ritengo una cosa decisamente ipocrita. E quindi, me ne sono allontanata.

Come ci si sente a vivere come donna in un paese che sembra man mano attentare ai suoi diritti, come nel caso del ribaltamento della sentenza Roe vs Wade che ha messo in discussione il diritto all’aborto?

Un atto che voglio definire così disgustoso. Avere questi uomini al governo che dettano cosa si può e cosa non si può fare ai nostri corpi, che influiscono davvero sulle nostre vite è orribile. Il fatto che vogliano costringerti ad avere un figlio che potrebbe essere il risultato di uno stupro, complicazioni che potrebbero di fatto mettere a rischio la vita delle donne e quella del bambino. Vogliono definirsi «pro-life», ma l’alternativa non è «pro-morte». È una scelta basata su molti, molti fattori. E vi prego di credere che tutte queste persone altezzose che creano queste leggi, hanno poi accesso a medici privati quando sono le loro figlie a incappare in una gravidanza indesiderata.

La sfida tra Trump e Harris è anche quella tra due modi di immaginare il mondo completamente agli antipodi. Corriamo il rischio a novembre – indipendentemente dall’esito – che si accentui la frattura a livello sociale?

I segnali c’erano già tutti quando questo paese ha portato Trump alla Casa bianca. L’insurrezione di Capitol Hill ha acceso una fiamma ancora più grande in questi razzisti selvaggi, dando loro un lasciapassare e rafforzandoli. Possiamo solo pregare che Kamala vinca. Sembra che i giovani si rivedano in questo candidato di nuova generazione. Mi voglio essere fiduciosa, sento che tutti noi vogliamo andare avanti.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento