Era inesorabilmente deserto, l’Alcatraz di Milano, l’11 settembre scorso. A percorrerne il palco cinque valenti performer; fuoricampo, soltanto tecnici e crew. Distanziati dal proprio pubblico i Lacuna Coil avevano eseguito davanti alle telecamere il loro ultimo album, Black Anima, la cui promozione era stata precocemente interrotta dalla pandemia. Scenografia minimale e atmosfera asettica, nonostante la grinta della band; effimeri placebo le opzioni interattive fornite dalla piattaforma A-Live agli utenti da casa. Un clic per un applauso.
Piuttosto che niente, meglio piuttosto: live streaming one shot, nessun replay finché il concerto non è diventato un album con annesso dvd, Live From The Apocalypse (Century Media). È proprio l’aggettivo live a imporre una necessaria riflessione, propedeutica all’ascolto. Può davvero definirsi «dal vivo» un album simile? È sufficiente la performance in diretta e la sua testimonianza video perché il senso di quell’aggettivo possa dirsi realizzato?

DALL’EQUAZIONE manca una variabile fondamentale, la simbiosi con il pubblico. O forse no? A leggere le considerazioni del fondatore Andrea Ferro, la scelta del palco in luogo dello studio di registrazione è stata dettata proprio dalla voglia di avvicinarsi «il più possibile» a un vero live: «È stato bizzarro suonare in una venue completamente vuota ma è stato altrettanto elettrizzante potersi riconnettere con i nostri fan a casa e con i lavoratori dietro le quinte. Molte persone hanno partecipato virtualmente ed è stato un evento carico di emozioni e sentimenti. Questo live album rappresenta un momento unico nella nostra vita che sarà ricordato per sempre come quella volta in cui letteralmente siamo risorti dall’Apocalisse».

IN ATTESA di tornare sulla scena reale, quindi, la band milanese cerca di trarre il meglio dall’interazione virtuale, che è anche alla base della curiosa collaborazione con gli Iron Maiden. I Lacuna Coil infatti compariranno nel videogioco Legacy Of The Beast prodotto dalla leggendaria band britannica: The Shadow Sorceress sarà il personaggio ispirato a Cristina Scabbia, voce femminile del gruppo. La stessa vocalist — in un ennesimo cortocircuito reale/virtuale — si è recentemente aggiunta all’incessante querelle Måneskin che, volenti o nolenti, resta il topic musicale dell’anno. Dopo la vittoria italiana agli Europei del pop, la frontwoman ha esultato sui social: «Solitamente non guardo l’Eurovision. Ma ammetto che quest’anno per la prima volta l’ho guardato e sono felice che l’Italia e i Måneskin abbiano vinto. Sono felice che abbiamo vinto».

PRESA DI POSIZIONE che, schivando le divisioni in generi, segna un ulteriore strattone nel tiro alla fune del rock italiano: «Ora tutti in Italia dicono cose del tipo: “Il rock non morirà mai”. Ma dove erano fino a qualche giorno fa? Dicevano “Ci sono troppe chitarre distorte”. E ora, all’improvviso, si scopre che tutti hanno un animo rock». Che sia un animo reale o virtuale, è anche questo tutto da dimostrare.